HANNO DETTO
Trevisani esalta il Milan a Pressing: «Maignan è Gesù, Leao un grande centravanti e su Allegri avevo ragione. I pochi gol subiti? Penso che…»
Trevisani Milan: a Pressing il giornalista incorona Maignan come decisivo, difende la scelta di Leao punta e riconosce i meriti di Max Allegri
Il post-partita di Milan-Lazio continua a regalare spunti di discussione accesi che vanno oltre il risultato del campo. Ospite negli studi di Pressing sulle reti Mediaset, il giornalista e telecronista Riccardo Trevisani ha analizzato a fondo la vittoria rossonera, andando oltre le polemiche per l’episodio da moviola del tocco di braccio di Pavlovic. L’attenzione si è spostata sui singoli che stanno letteralmente trascinando il Diavolo in vetta, con un elogio sperticato per Mike Maignan, definito il vero fattore determinante della tenuta difensiva della squadra, ben più di altri reparti.
MAIGNAN È DIVENTATO SPIDERMAN – «C’è un giocatore che incide ed è decisivo per il Milan ed è Maignan e non è Rabiot. Il Milan non prende goal perché Maignan è diventato Spiderman. Il Milan non prende goal perché il portiere è Gesù e non puoi segnargli».
Secondo Trevisani, l’intervento miracoloso su Gila vale quanto un gol e segna la stagione.
LA PARATA DELL’ANNO – «Maignan su Gila ha fatto la parata dell’anno. È difficile perdere un giocatore così, ma anche quando andò via Donnarumma sembrava che il Milan stesse perdendo l’impossibile». Ma l’analisi tattica si è concentrata anche sulla nuova veste di Rafael Leao, sempre più a suo agio nel ruolo di centravanti. Trevisani rivendica la sua previsione sul portoghese, smentendo la necessità di intervenire sul mercato per cercare una punta.
LEAO È UN GRANDE GIOCATORE – «E l’altra cosa di cui abbiamo discusso molto è Rafael Leao, quello che è stato criticato, che non poteva fare il centravanti. Leao è un grande giocatore. Al Milan serve un 9 dal mercato? Non è vero niente e uno in questo tavolo aveva detto che poteva fare il centravanti».
Infine, un riconoscimento onesto al lavoro del tecnico, nonostante le note distanze filosofiche sul gioco.
ALLEGRI – «Io si sa non so un grande fan dell’allenatore di Livorno, ma l’anno scorso lo dissi che era lui l’uomo giusto per sistemare questa squadra».