HANNO DETTO
Torino Milan, l’analisi di Pellegatti: la classifica è un pretesto, ecco cosa deve dimostrare davvero il Diavolo stasera
Torino Milan, esame di maturità in emergenza: Pellegatti lancia l’allarme sulla rosa ma chiede una prova “graffiante” per sfatare il tabù
Il lungo weekend di Serie A ha emesso le sue sentenze, ridisegnando momentaneamente gli equilibri della vetta, e ora la palla passa al Milan. Nel suo ultimo approfondimento video su YouTube, Carlo Pellegatti ha tracciato le coordinate della sfida di stasera, inquadrandola in un contesto che va ben oltre la semplice aritmetica. Con l’Inter vincente sul Como e il Napoli che ha risposto battendo la Juventus portandosi a 31 punti, il Diavolo (fermo a 28) non può permettersi passi falsi. Tuttavia, secondo il giornalista, la partita dell’Olimpico Grande Torino riveste un’importanza soprattutto psicologica, più che di classifica.
Pellegatti e l’analisi su Torino Milan
Pellegatti mette il dito nella piaga, sottolineando quello che appare come il vero tallone d’Achille della stagione rossonera: la profondità della rosa. L’analisi è lucida e non nasconde una certa preoccupazione per un organico definito «insufficiente a livello numerico». La condizione del Milan è descritta come perennemente «borderline», una situazione precaria in cui l’ambiente è costretto a incrociare le dita sperando che il nucleo dei 12-13 titolari non subisca infortuni, dato che le alternative faticano a garantire lo stesso rendimento. Proprio in quest’ottica, l’attenzione si sposta su Christopher Nkunku: qualora dovesse giocare, da lui ci si aspetta finalmente quei segnali di classe necessari per dare respiro alla manovra offensiva.
La missione è resa ancora più ardua dalla cabala. Pellegatti ricorda come Torino sia un campo storicamente ostile, dove il Milan ha incassato tre sconfitte nelle ultime tre gare e ha ottenuto una sola vittoria negli ultimi quattordici anni. Vincere stasera servirebbe a consolidare la zona Champions e a scacciare i fantasmi. L’auspicio finale del giornalista è chiaro: serve vedere in campo un Milan diverso, capace di offrire una prestazione «briosa, intensa, più graffiante», per dimostrare di essere più forte delle statistiche avverse e delle difficoltà numeriche.
