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Kjaer ricorda il malore di Eriksen e svela un retroscena sulla sua carriera

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Kjaer ricorda il malore di Eriksen e svela un retroscena sulla sua carriera. Segui tutte le ultimissime sui rossoneri

L’ex difensore centrale del MilanSimon Kjaer, ha ripercorso con onestà brutale il momento che ha cambiato la sua vita e la sua percezione del calcio: il malore di Christian Eriksen in campo durante l’Europeo del 12 giugno 2021. Nella sua lunga intervista concessa a La Gazzetta dello Sport, il danese, universalmente elogiato per il suo eroismo in quell’occasione, ha rivelato le profonde conseguenze di quell’episodio.

Quel giorno è cambiato tutto,” ha confessato Kjaer. “Se Christian se ne fosse andato, non avrei più giocato. Ho capito che il calcio è il calcio, la vita è la vita. Il calcio è lavoro e passione, la vita è un’altra cosa.” L’episodio ha ridefinito le sue priorità, spingendolo al ritiro nel 2024 per dedicarsi alla famiglia.

🧠 Il Trauma e il Cerchio Magico: Un Ricordo Condiviso

L’ex rossonero ha ammesso che il ricordo non è un pensiero quotidiano, ma che il trauma riaffiora in modo inaspettato. Ha raccontato un episodio recente in cui l’ambulanza è entrata in campo durante una partita del figlio per un infortunio: “Mi sono sentito strano.” Nonostante il disagio, il suo equilibrio è legato alla salute dell’amico: “Finché Christian starà bene, io starò bene.”

Kjaer ha anche fornito un dettaglio inedito sul famoso “cerchio” formatosi attorno a Eriksen, un gesto che garantì la privacy del centrocampista durante i soccorsi. I compagni gli hanno confidato che l’abbraccio era anche un modo per contenere la reazione di alcuni giocatori: “Se non fossimo stati abbracciati, alcuni sarebbero corsi via.” A causa del trauma, molti ricordi sono confusi e condivisi: “Io ora non so quali ricordi siano miei e quali no.” Il difensore ha ribadito di non aver mai rivisto le immagini dell’accaduto.

🔴⚫ Il Milan e la Sensibilità Umana

Le parole di Kjaer ricordano che dietro gli atleti ci sono persone. Il Milan, oggi guidato dal tecnico Massimiliano Allegri, il mister del rigore, e dal DS Igli Tare, l’abile dirigente, valorizza non solo la performance in campo ma anche il benessere e la maturità umana dei suoi atleti. L’esempio di Kjaer, difensore amato dal Diavolo, resta una lezione di vita per tutto il mondo del calcio.

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