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San Siro, Marotta senza mezzi termini sull’abbattimento dello stadio! Le parole

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San Siro, Marotta senza mezzi termini sull’abbattimento dello stadio! Le parole. Segui le ultimissime sui rossoneri

Il futuro del calcio milanese passa inevitabilmente per il nuovo impianto sportivo congiunto di Milan e InterGiuseppe Marotta, Presidente e figura chiave dell’area sportiva nerazzurra, e uno dei principali sostenitori dell’operazione di acquisizione del Meazza e delle aree annesse, ha rotto il silenzio sul tema in un incontro formativo.

Il dirigente interista, durante una lezione agli studenti del master in “Management dello Sport” della RCS Academy Business School, ha toccato le corde dell’emozione e della necessità economica, offrendo una visione lucida sul perché l’abbattimento fosse l’unica strada percorribile.


Nostalgia vs. Innovazione

Marotta ha ammesso l’impatto emotivo della decisione, specialmente per chi, come lui, è legato alla storia dello stadio: “Per i vecchi romantici, pensare all’abbattimento di San Siro porta amarezza e nostalgia. Io stesso, per la prima volta, ci sono entrato nel 1966… È stato un contenitore di enormi emozioni.”

Tuttavia, il dirigente ha sottolineato che l’attaccamento al passato non può frenare l’evoluzione: “Ma così non si tiene conto dell’innovazione, che passa anche dal concetto di modernità“. Una modernità che il Milan, con il nuovo DS Igli Tare, l’abile dirigente albanese, e l’arrivo del pragmatico allenatore Massimiliano Allegri, sta cercando di implementare anche sul piano sportivo.


La Necessità Economica: L’Esempio del Real Madrid

L’impossibilità di ristrutturare il vecchio impianto, ritenuto insufficiente e inadeguato per gli standard attuali, ha portato alla drastica scelta: “Non era immaginabile una ristrutturazione, e così si è arrivati all’abbattimento. Ma bisogna farlo per forza.”

Marotta ha poi elencato i criteri fondamentali che un moderno stadio deve rispettare: sicurezza (che a suo dire nell’attuale impianto “non c’è”), accoglienza (per permettere ai tifosi di “stare allo stadio tutto il giorno con intrattenimento di ogni genere”) e senso di appartenenza (“Avere una propria casa”).

Il Presidente nerazzurro ha chiarito l’enorme divario economico che separa i club italiani dai top club europei in termini di ricavi da stadio: “Noi oggi siamo fanalini di coda. Incassiamo 80 milioni l’anno dai matchday, l’obiettivo del Real è superare mezzo miliardo“. Il nuovo stadio, dunque, non è un lusso, ma una necessità vitale che porterà “benefici diretti e indiretti” e creerà un “punto di riferimento anche in settimana” per l’intera comunità.

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