HANNO DETTO
San Siro Milan, Corbani (presidente del comitato Sì Meazza) preoccupa i rossoneri e l’Inter: «Faremo sicuramente ricorso!». Poi attacca i due fondi americani
San Siro Milan, Luigi Corbani, presidente del comitato Sì Meazza, ha annunciato ricorsi nelle prossime settimane: le dichiarazioni
Il voto del Consiglio Comunale di Milano a favore della vendita dell’area di San Siro a Milan e Inter ha scatenato una reazione durissima da parte del Comitato Sì Meazza. Luigi Corbani, presidente del comitato, ha rilasciato un’intervista esclusiva a Tuttomercatoweb.com, definendo l’approvazione della delibera come la “notte più buia nella storia amministrativa di Milano” e annunciando una pioggia di ricorsi legali.
Le dichiarazioni di Corbani mettono in luce presunte violazioni urbanistiche, economiche e amministrative, sollevando seri dubbi sull’intera operazione che dovrebbe portare il Milan di Massimiliano Allegri e del DS Igli Tare ad avere il proprio stadio di proprietà.
Le Accuse Sui Diritti Volumetrici e L’Operazione Immobiliare
Secondo il Comitato, l’obiettivo dei fondi proprietari dei club non sarebbe lo stadio in sé, ma l’“operazione immobiliare”. Corbani sostiene che i calcoli siano stati falsati a favore dei privati:
Come vi opponete al voto del Comune di Milano?
«È evidente che ai fondi non interessa niente dello stadio, almeno non finché non producono redditi e risorse da distribuire con gli azionisti. Quello che interessa Inter e Milan, ormai dal 2019, è l’operazione immobiliare. I diritti volumetrici sono stati calcolati violando le norme urbanistiche, che prevedono aree in cui non insistano servizi pubblici, come invece è a San Siro. Dai 280mila metri quadrati ne andavano dedotti quasi di un terzo, portando l’area corretta a 192mila. Serviva una piano generale per il territorio e si sono violate anche le regole sull’antiriciclaggio: il Comune non si sa a chi vende, si parla di una parte acquirente che affitterà a Inter e Milan».
Corbani rincara la dose sulla trasparenza: i documenti presentati non sarebbero “verificabili”, e il Comune avrebbe dovuto inoltrare tutto all’ufficio antiriciclaggio della Banca d’Italia.
Condizioni Economiche “Vergognose” E Clausole Incredibili
Le critiche più aspre riguardano la valutazione economica dell’operazione, definita “vergognosa”.
In che senso?
«I documenti presentati dai fondi non sono verificabili, già questo avrebbe dovuto spingere i pubblici amministratori a inoltrare all’ufficio antiriciclaggio della Banca d’Italia. E invece è tutto messo per iscritto, anche le non verificabilità. Le condizioni economiche sono vergognose, alla metà del valore reale che esisterebbe: vendi a 73 milioni di euro una serie di beni che ne varrebbero oltre 200. E poi ancora, ci sono clausole incredibili come i 22 milioni di costo di bonifica scalati dai 197 del valore per il quale il Comune non ha fatto alcuna verifica. I costi sono stati definiti dalle squadre, che hanno fatto carotaggi abusivi nell’area di San Siro. E poi deducono anche 12 milioni per un tunnel che esiste e funziona benissimo, che sarà demolito senza bisogno. Si rifà il Tunnel Patroclo perché porti direttamente ai parcheggi sotterranei dello stadio, ma lo si addebita al Comune di Milano. In nessuna parte del mondo sarebbe avvenuta una cosa del genere, però c’è Sala che teorizza come la politica non debba dettare le regole e che ai privati va dato ciò che chiedono. Si svende un bene pubblico. Dietro questa delibera poi ci sono convenzioni urbanistiche, licenze edilizie, di tutto e di più, ma ci volevano procedimenti amministrativi separati. Le condizioni poi avvantaggiano i privati».
Inoltre, il Comitato denuncia clausole contrattuali che avvantaggerebbero i privati, concedendo ai club di risolvere il contratto entro il 2027 in caso di vincoli della Soprintendenza o indagini, ricevendo 20 milioni dal Comune e lo stadio gratis per due anni.
La Responsabilità sull’Obsolescenza E Il Futuro Legale
Corbani ha anche respinto l’accusa di obsolescenza dello stadio, rigirando la responsabilità sui club:
Si spieghi.
«Se entro il 28 febbraio 2027 la Soprintendenza apre la tutela storico-relazionale di San Siro o si apre un’indagine, loro possono risolvere il contratto e riceverebbero 20 milioni dal Comune di Milano oltre che lo stadio gratis per due anni. E potrei andare avanti: hanno anche lo scudo penale per la risoluzione. Questa è stata la notte più buia nella storia amministrativa di Milano, con un’operazione politica demenziale: si è rotta la maggioranza di centro-sinistra, si è spaccato il PD e si è ricorsi all’appoggio della Moratti, ricostituendo l’asse che c’era quando lei guidava il Consiglio. Questo è stato un omaggio a Scaroni e Marotta, gente che vive di favori dello Stato italiano. Le leggi fatte per agevolare il sistema calcio sono innumerevoli e il risultato è una Lega Serie A indebitata fino a quasi 5 miliardi di euro. Si dicono bugie a tutto spiano. Il contratto di San Siro delega alle società le opere di manutenzione ordinaria ormai dal 2000, ma anche di quella straordinaria. Se lo stadio è obsoleto, la responsabilità è di Milan e Inter! E del Comune di Milano che ha evitato di controllare le opere».
In conclusione, il Comitato Sì Meazza non si arrende.
Adesso che azioni adotterete?
«Io lo avevo detto che con questa delibera sarebbero andati incontro ad altri guai, di carattere penale, contabile e amministrativo. Faremo ricorsi al TAR, è scontato, abbiamo già presentato un esposto alla Procura della Repubblica e un altro, aggiuntivo, alla Corte dei Conti. Ora con esperti valutiamo un esposto alla Commissione Europea per aiuto di Stato illegittimo, sono state favorite due società che operano in un mercato concorrenziale mediante un pesante intervento del Comune di Milano, che regala praticamente loro dei territori a danno del patrimonio pubblico. Questi non vogliono mettere soldi pubblici e allora regalano il patrimonio, cosa che nessuno sano di mente farebbe. Da anni chiediamo un bando internazionale, e invece no. Ma non si è seguito neanche il procedimento richiesto dalla legge sugli stadi che ribadisce come in priorità si deve pensare all’ammodernamento degli impianti, soprattutto se collocati in aree edificate. Proprio come San Siro. C’è da ridere a presentare una cosa del genere come moderna: in Europa le squadre hanno lo stadio loro, in pochi singoli casi in concessione dal Comune. Non a caso quando Al Khelaifi ha chiesto di acquistare il Parco dei Principi minacciando di andarsene, la sindaca di Parigi ha detto che andasse pure. E invece qui siamo prostrati al progetto di Marotta e Scaroni. Ma non lo porteranno a casa! È talmente balordo, fatto male e volgare che rimarranno con un pugno di mosche. Sono stato amministratore pubblico e dico che a Milano serve un programma di impiantistica sportiva».
Il cammino per il nuovo stadio del Milan e dell’Inter si preannuncia, dunque, estremamente tortuoso, costellato di ricorsi legali e inchieste che potrebbero rallentare, o addirittura bloccare, i piani di sviluppo voluti.
