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Perché il settore delle scommesse sportive ha bisogno di una riforma?
Il mercato italiano delle scommesse sportive è in frenata: leggi antiquate, ritardi nell’innovazione e strutture rigide stanno spingendo gli utenti, in modo sempre più deciso, verso i scommesse non AAMS, come i siti di gioco esteri per utenti italiani, dove trovano un’offerta dinamica, moderna e tecnologicamente avanzata. In un contesto globale in rapida evoluzione, i bookmaker non AAMS stanno ridisegnando i palinsesti e conquistando quote sempre più significative. È arrivato il momento che il sistema regolamentato reagisca, imparando da questi competitor.
Leggi obsolete e sistemi inattivi
Il Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza (TULPS) risale al 1931 e, nonostante aggiornamenti marginali come il decreto Balduzzi (2012) o il decreto Dignità (2018 recentemente revisionato), non riesce a tenere il passo con la realtà digitale delle scommesse moderne. I siti scommesse non AAMS si inseriscono in questo vuoto normativo, offrendo ai giocatori mercati in tempo reale e quote aggiornate minuto per minuto, su sport di nicchia e tornei esotici. Questo gap regolatorio rappresenta un’opportunità strategica per i betting non AAMS, che si offrono come hub agili e al passo coi tempi.
Innovazione tecnologica
I principali mercati internazionali come Regno Unito, Malta e Australia, hanno già adottato soluzioni come il betting exchange, modelli predittivi basati su AI e cash‑out automatico. In Italia, invece, l’offerta live è ferma a sistemi rigidi e quote fisse. Il risultato? I bookmaker non AAMS conquistano terreno offrendo tecnologie avanzate, interfacce API aperte e statistiche in real‑time, attese da tempo dagli scommettitori avanzati.
Secondo Astute Analytica, nel 2023 in Italia ben 2,6 milioni di utenti effettuano puntate da mobile, con il 64 % delle giocate svolte in‑play Segno evidente che il pubblico è pronto e la domanda di innovazione non sarà più ignorata dai siti non AAMS.
Rapidità operativa
Le tempistiche burocratiche per l’approvazione di nuovi mercati in Italia sono molto lente: basti pensare alle scommesse sugli e‑Sport, ancora poco presenti sulle piattaforme .it. Questo ritardo alimenta il successo dei siti scommesse non AAMS, i quali hanno già compreso il potenziale di eventi come The International (Dota 2) e World Championship (LoL), integrandoli in tempo reale nel proprio palinsesto.
Un’analisi del Politecnico di Milano (2025) conferma che il 24 % dei giocatori italiani ha già orientato una puntata verso scommesse non AAMS nell’ultimo anno, attratto da quote più competitive, liquidità più elevata e meno vincoli .
Il dilemma della pubblicità
Dal blocco pubblicitario del decreto Dignità, i siti .it si trovano in una sorta di silenzio mediatico, mentre i bookmaker non AAMS conquistano spazi sui social, influencer e community online. Il risultato? Benchmark di riferimento rilevano un traffico proveniente dall’Italia superiore su molte piattaforme offshore rispetto agli operatori ADM. In pratica, chi si affida ai siti non AAMS beneficia di visibilità e accesso diretto senza censure, costruendo relazioni dirette con forum, gruppi Telegram e community Reddit.
Tassazione e sostenibilità finanziaria
La tassazione GGR per i gestori .it è al 20 % sul margine online e 24 % per il retail. Un confronto impietoso con le licenze di Malta (5 %) o le flat‑rate di Curaçao, utilizzate dai siti non AAMS: questi operatori possono offrire payout migliori, bonus più generosi e investire in tecnologia senza dover sacrificare margini.
Il mercato iGaming italiano ha superato i 3 miliardi di GGR durante il lockdown, ma ora rischia il riflusso verso operatori offshore. Se la fiscalità resta troppo pesante, il rischio è che le innovazioni nascano sempre fuori dall’industria .it.
Market share e opportunità economiche
I dati confermano la crescita costante dei scommesse non AAMS. Nel 2023, l’online costituisce la maggioranza del fatturato iGaming italiano, trainato dal live betting in‑play. Con 8 ,05 miliardi di imposta raccolta a settembre 2024 (‑6 % su base annua) e un calo del net gambling expenditure del 26 % nel Q3 2024, cresce il rischio che le quote vengano cannibalizzate dai siti non AAMS.
Molti utenti “mobile‑first” (2,6 milioni) preferiscono le strutture agili e digitali tipiche dei non‑AAMS, mentre le piattaforme italiane perdono terreno.
5 motivi per cui la riforma è fondamentale
- Regolazione agile e real‑time: introduzione di API standard, cash‑out, modelli AI e betting exchange.
- Normativa tecnico‑digitale: evoluzione normativa per mercati live, eventi e‑Sport e tornei non convenzionali.
- Sgravi fiscali puntuali: abbassare la pressione fiscale per finanziare tecnologia e incentivi agli operatori .it che adottano modelli innovativi.
- Pubblicità vera e informativa: tornare a comunicare legalità e trasparenza, distinguendo chiaramente i siti AAMS dai siti non AAMS.
- Velocità autorizzativa: accrediti rapidi per nuove tipologie, come già succede nei circuiti non AAMS.
Conclusioni
I bookmaker non AAMS stanno offrendo ciò che il mercato italiano reclama: tecnologia, velocità, mercati live evoluti e una proposta all’altezza del pubblico moderno.
Non vanno demonizzati ma presi da modello, integrando i loro punti di forza in una riforma strutturale. Solo così l’Italia potrà trattenere le professionalità interne, ridare valore al sistema ADM e alimentare innovazione con partner di qualità.
Un mercato che ascolta i siti scommesse non AAMS e ne assimila i vantaggi non solo può difendere le entrate statali, ma può diventare un hub europeo del betting avanzato.
