Pellegatti prende le difese di Allegri: ecco le sue parole
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Pellegatti difende Allegri: «Non si può fare sempre i fenomeni. La gente non conosce la storia…»

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Pellegatti, nel podcast 352, ha preso così le difese di Massimiliano Allegri contro le critiche legate al gioco del Milan

Nel corso dell’ultimo podcast di 352, condotto insieme a Franco Ordine e Sandro Sabatini, Carlo Pellegatti ha preso le difese di Massimiliano Allegri. Il giornalista ha risposto con fermezza alle critiche di chi accusa l’allenatore livornese di proporre un calcio troppo difensivo, invitando i detrattori a guardare i fatti storici e la qualità degli interpreti a disposizione. Secondo Pellegatti, il giudizio sul gioco non può prescindere dal materiale umano che un tecnico si trova a gestire quotidianamente a Milanello.

Il paragone corre subito alla prima esperienza di Allegri in rossonero, quando i numeri erano specchio di una qualità offensiva straripante. La tesi di Pellegatti è chiara: «La gente non conosce la storia. Quando Allegri nel 2010/11 aveva gente come Boateng, Pato, Ibra e Robinho, fece 65 gol e 24 subiti». In quel contesto, la forza d’urto degli attaccanti permetteva una gestione diversa, mentre oggi il tecnico deve fare i conti con un equilibrio più sottile tra i reparti.

Pellegatti, il peso del centrocampo e la leadership di Modric

L’analisi si sposta poi sulla rosa attuale, evidenziando come le caratteristiche dei singoli influenzino inevitabilmente lo stile di gioco. Pellegatti sottolinea come, al momento, la squadra si poggi su pilastri specifici: «Oggi Allegri ha un attacco che fa fatica, un centrocampo che regge specialmente su Modric e una difesa equilibrata, eh allora non è che ogni domenica puoi fare il fenomeno…». La presenza di un leader come Luka Modric garantisce stabilità, ma non può colmare da sola le difficoltà realizzative di un reparto avanzato ancora in cerca di continuità.

In questo scenario, il lavoro di Massimiliano Allegri viene visto come un esercizio di realismo: l’allenatore preferisce dare solidità a una difesa che tiene bene, piuttosto che rischiare squilibri che la squadra non potrebbe sostenere. Per Pellegatti, dunque, le critiche sono ingenerose, poiché ignorano la necessità di adattare la tattica alle reali possibilità del gruppo.

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