Jacobelli critica così Allegri dopo la lite con Oriali
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Jacobelli e la lite tra Allegri e Oriali: il giornalista riconosce l’errore del tecnico rossonero. Le sue parole

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Jacobelli critica così Massimiliano Allegri dopo la lite con Oriali durante la sfida di Supercoppa tra Napoli e Milan

Il post-partita di Napoli-Milan, semifinale di Supercoppa disputata all’Al-Awwal Park di Riad, continua a far discutere non tanto per il risultato sportivo, quanto per il comportamento di Massimiliano Allegri. Xavier Jacobelli, nella sua rubrica su Tuttosport, ha usato parole durissime per stigmatizzare l’attacco verbale del tecnico rossonero nei confronti di Gabriele Oriali. Sebbene l’adrenalina possa giustificare la classica “giacca che vola”, Jacobelli sottolinea come gli insulti rivolti al dirigente partenopeo siano stati “volgari, rozzi e triviali”, decisamente non all’altezza dell’allenatore più vincente della Serie A.

Il contrasto è stridente: da una parte l’irruenza furiosa di Allegri, dall’altra lo stile silenzioso e autorevole di un “Eroe dell’82”. Jacobelli ricorda come Oriali non sia solo il braccio destro di Antonio Conte, ma una vera e propria stella polare del nostro calcio, un uomo capace di vincere tutto (dal Mondiale con l’Italia allo storico Triplete con l’Inter) preferendo sempre l’essere all’apparire. Un esempio di leadership e serietà che meriterebbe rispetto assoluto, a prescindere dal verdetto del campo.

Jacobelli, Lo spessore dell’uomo e l’errore di Allegri

Un dettaglio emblematico del nervosismo di Allegri è stato l’errore sull’età del rivale: “Oriali non ha ottant’anni, come credeva Allegri nella sua foga araba, ne ha compiuti 73 a novembre”, precisa Jacobelli. Il ritratto che emerge di Oriali è quello di un dirigente essenziale, definito da Conte come “due occhi in più” capaci di percepire ogni situazione. È l’uomo che gestisce i rapporti con i calciatori senza bisogno di alzare la voce, un pilastro che ha contribuito in modo determinante anche all’ultimo scudetto del Napoli.

Per il Milan, finire al centro delle cronache per episodi di questo tipo rappresenta un danno d’immagine notevole. In un momento in cui la squadra fatica a trovare un’identità internazionale e la società è concentrata sul mercato per supportare il tecnico, queste cadute di stile rischiano di isolare ulteriormente l’allenatore. La lezione di Jacobelli è chiara: per essere ascoltati e rispettati, come dimostra la carriera infinita di Oriali, la classe e l’autorevolezza contano molto più delle grida e degli insulti a bordo campo.

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