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Bologna Inter, la squadra di Italiano in finale: grazie ai rigori. L’ultima volta proprio contro il Milan
Bologna Inter – La squadra di Italiano passa in finale grazie ai tiri di rigore, l’ultimo precedente in questo senso con il Milan
Il Bologna continua a scrivere pagine indelebili della sua storia recente. Al debutto assoluto nel formato della Supercoppa Italiana, la formazione rossoblù non si è limitata alla semplice partecipazione, ma ha centrato una qualificazione che profuma di impresa e, soprattutto, di statistica ritrovata. Il passaggio del turno ottenuto attraverso la lotteria dei tiri dal dischetto segna infatti un punto di svolta atteso da quasi tre decenni.
Secondo i dati forniti da Opta Paolo, riferimento imprescindibile per le statistiche calcistiche internazionali, il club felsineo è tornato a vincere una sfida a eliminazione diretta ai rigori per la prima volta negli ultimi trent’anni. Un digiuno che durava precisamente dal 13 dicembre 1995, una data che i sostenitori più esperti ricorderanno con particolare emozione.
Quel precedente contro il Diavolo
Per ritrovare l’ultima gioia dagli undici metri in una competizione ufficiale, bisogna infatti risalire ai quarti di finale della Coppa Italia 1995/96. In quell’occasione, il Bologna si trovò di fronte il temibile Milan, i rossoneri all’epoca guidati in panchina da Fabio Capello, tecnico friulano celebre per la sua disciplina ferrea e per aver costruito una delle squadre più vincenti della storia del calcio mondiale.
Nonostante il divario tecnico, la squadra emiliana riuscì a trascinare il match oltre i tempi regolamentari e supplementari, trovando la freddezza necessaria per superare il Diavolo dagli undici metri e strappare il pass per il turno successivo.
Un nuovo capitolo per i rossoblù
A guidare oggi questa rinascita tecnica e mentale è Vincenzo Italiano, allenatore vulcanico e fautore di un calcio offensivo basato sul possesso palla e sulla pressione costante, che ha saputo infondere nei suoi giocatori la calma necessaria per affrontare il dischetto.
Questo successo non rappresenta solo il superamento di un tabù statistico, ma conferma la crescita esponenziale di una società che ha smesso di essere una “provinciale” per sedersi stabilmente al tavolo delle grandi. Aver ritrovato quella freddezza che mancava dal 1995 è l’ennesimo segnale di una maturità raggiunta, capace di trasformare la pressione di una competizione internazionale in un’opportunità per aggiornare gli almanacchi del calcio italiano.