Albertini non ha dubbi sul futuro di San Siro: le parole
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Albertini non ha dubbi sul futuro di San Siro: la bandiera rossonera prende posizione. L’ha detto veramente

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Demetrio Albertini

Albertini, bandiera del Milan, ha preso posizione sulla questione relativa al futuro di San Siro: le sue dichiarazioni

Demetrio Albertini, storica bandiera del Milan, ha espresso la sua opinione sul dibattito relativo al nuovo stadio di Inter e Milan, parlando a margine di un evento a Milano. L’ex centrocampista, pur nutrendo un profondo legame emotivo con San Siro, ha ribadito con forza la necessità di un cambiamento.

La Priorità: Nuovi Stadi in Italia

Albertini ha definito il rinnovamento delle infrastrutture sportive italiane una vera e propria “urgenza”. La sua esperienza lo rende particolarmente sensibile al tema, avendo giocato in club che hanno già affrontato o stanno affrontando la questione dello stadio:

«Quella del cambio dei nostri stadi è un’urgenza. Lo dico con grande dispiacere perché dentro San Siro ci ho passato tante emozioni. Ma se devo pensare solo al calcio, non poteva che essere costruito uno stadio nuovo».

L’ex milanista, che in passato ha giocato anche in club che hanno già cambiato impianto (come Atlético Madrid e Barcellona) o che hanno rinnovato (come l’Atalanta), si è detto “abituato a convivere con questo cambiamento”.

Il Nodo Cruciale: Due Stadi Sono Troppi Per Milano?

Albertini ha sollevato un quesito fondamentale che va oltre la semplice costruzione, toccando la sostenibilità urbana e sociale: Milano può reggere due stadi di alto livello? La sua risposta è cauta e orientata alle necessità primarie della città:

«Dobbiamo domandarci se Milano è una città che, per le sue dimensioni, può sostenere due stadi. Sinceramente credo di no. Mancano strutture di base di ogni genere prima ancora che stadi importanti quindi bisogna dare l’opportunità a tutta Milano di praticare sport in strutture adeguate».

La posizione di Albertini sposta l’attenzione non solo sui grandi impianti, ma sulla necessità di migliorare le strutture di base per permettere a tutta la cittadinanza di praticare sport, un fattore che dovrebbe avere la precedenza rispetto al mantenimento di due grandi stadi. La discussione, quindi, non si ferma all’abbattimento o alla ristrutturazione, ma si allarga alla pianificazione urbana e sportiva complessiva della metropoli.

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