Biasin contro le soste Nazionali: «Sono anacronistiche. Pulisic e Rabiot feriti. I club non vogliono…»

Biasin, noto giornalista, ha criticato le soste nazionali dopo gli infortuni di Pulisic e Rabiot in casa Milan: le sue dichiarazioni

Nell’ultima puntata di “È sempre derby”, il giornalista Fabrizio Biasin, noto per la sua fede interista, ha espresso un parere molto critico sull’organizzazione delle soste per le nazionali, specialmente in relazione agli infortuni subiti da giocatori come Pulisic.

«Io credo di essere il più grande nemico delle soste nazionali del mondo. Credo sia anacronistico essere qua nel 2025 a parlare ancora di queste cose», ha dichiarato Biasin, sostenendo che si potrebbe risolvere il problema trovando «degli incastri interni nel calendario, un paio di momenti dedicati che renderebbe secondo me le qualificazioni anche più divertenti e brillanti».

Biasin critica le soste nazionali: le dichiarazioni

In quest’ottica, Biasin ha appoggiato l’idea di una revisione radicale: «In quest’ottica l’anno prossimo accorperanno un paio di soste ed è già un passaggio per arrivare a quello che sarebbe da fare adesso ossia accorpare tutte le soste in un’unica macro sosta in modo da levarci il dente».

Il giornalista ha poi citato i numerosi infortuni recenti, tra cui quelli di Pulisic e Rabiot nel Milan, per sottolineare il danno subito dai club: «Tra Pulisic, Saelemaekers, Rrahmani nella sosta precedente, sono tantissimi i giocatori che si sono infortunati nelle due soste, e sono giocatori che non vengono pagati dalle nazionali ma vengono prestati alle nazionali».

Biasin ha concluso criticando l’atteggiamento delle Federazioni: «Sappiamo quanto costano i giocatori alle società e quanto li pagano, quindi dovrebbero essere più tutelati nel venirsi in contro con un certo tipo di scelte. Sembra invece che si continui a fare la guerra tra nazionali e club». Per quanto riguarda i risarcimenti: «Gli indennizzi che vengono pagati dalle nazionali ai club in caso di infortuni punto numero uno sono briciole, punto numero due alle società non interessa dell’indennizzo, le società vogliono i giocatori a disposizione».