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Galliani: «Pronto a servire Berlusconi, una volta gli dissi no per il Milan»

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Adriano Galliani torna a parlare ma non esplicitamente di calcio. L’ex AD del Milan si è raccontato al Messaggero per spiegare la sua entrata in politica

«Ho fatto come Garibaldi. Quando è tornato alla carica ho semplicemente detto: obbedisco». Il nuovo esercito di Silvio Berlusconi per queste elezioni è composto di avvocati, presidenti di Casse, ma è indubbio che il soldato numero uno del Cavaliere che entrerà in Parlamento è Adriano Galliani. Una vita al fianco dell’ex premier, una vita nel Milan e nelle aziende di famiglia. Ora la svolta. La sua nuova sfida è il Senato. Lo stesso Galliani, ai microfoni de Il Messaggero, spiega le sue sensazioni: «Faccio fatica a dormire la notte. Mi chiedo se sarò all’altezza. Prima di dire di sì ero sempre rilassato, perché conoscevo la materia da affrontare. Ora sono concentrato, non voglio fare figuracce». Il suo ingresso a palazzo Madama sarà oggetto di polemiche, strali da parte di partiti come il Movimento Cinque stelle, fischi e applausi. Ma l’ex Ad del Milan non si scompone: «Sono emozionato, sento la responsabilità di questo momento. Sono uscito da Mediaset Premium, mi sono dimesso. Stavo bene, mi sono infilato in una cosa complessa con l’entusiasmo di un ragazzino e con grande umiltà».

L’INIZIOGalliani però decide di non esporsi troppo: «Mi chiamano dalle trasmissione politiche. Mi chiedono la linea, ma quella la da il leader. Berlusconi? Lo conosco dal 1 novembre del ’79. Ero un semplice industriale, mi invitò per un incontro e mi disse: voglio comprare il 50% della sua azienda, faccia lei il prezzo. Le cose più importanti le ho fatte prima di arrivare al Milan. Credo che Berlusconi pensi, a torto o ragione, che io sia un manager e che possa fare cose buone non solo per lo sport. Mi ha detto che ho le caratteristiche per poter far bene».

NOVITA‘ – Al Senato Galliani non si occuperà solo di pallone: «Con Silvio anzi parlo poco di calcio. Mi ritengo un uomo del fare. Divido le persone tra quelle che fanno qualcosa e chi non fa nulla. Io voglio capire cosa posso realizzare in politica per questo Paese. Devo imparare, sto studiando, leggendo. Sto annusando l’aria. Come ogni mestiere nuovo occorre capire ogni tecnicalità. Berlusconi me lo chiese la prima volta tanti anni fa ma io gli ho sempre detto che il Milan ha tanti tifosi, non potevo schierarmi. Questo è il momento giusto, lui è capace di sognare e questo Paese ha bisogno di sognare. Quando ti parla di un progetto prima ridi, poi lo contesti, poi ti accorgi che si realizza. E’ un fuoriclasse. Ho il privilegio di aver lavorato con lui, gli devo tutto».

RUOLO«Io conosco tutto di Lega, diritti tv, diritti sportivi, la politica è tutta da fare. E non mi occuperò solo di sport. Voglio imparare, non sono certamente spaventato ma la mia intenzione è capire al più presto come posso essere utile. Se faccio una cosa la faccio con convinzione. Quando Berlusconi mi ha richiamato ho firmato subito la candidatura, con lui ho un rapporto bellissimo. Sono pronto a servirlo ancora».

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