Donnarumma, la verità: lamentele un mese prima della firma

Nel tentativo di riportare la calma in casa Milan si prova a fare chiarezza sulla questione Donnarumma, mediaticamente sfuggita di mano

Secondo Gazzetta dello sport Donnarumma avrebbe detto la verità: «Mai detto di aver subito violenza morale quando ho firmato il contratto». Queste le parole postate sui social dal portiere del Milan, a seguito dell’ennesimo polverone mediatico. Gazzetta dello Sport, prova a far luce sulla famosa questione relativa alla lettera inviata dai rappresentanti di Donnarumma ai vertici societari.

UN MESE PRIMA – Il Milan ricevette una raccomandata dall’avvocato del portiere che lamentava “la condotta vessatoria posta in essere, in maniera ormai sistematica e per quel che appare più grave progressiva”. Da notare la chiusura nella quale si evidenzia “la prostrazione psicologica di Donnarumma, che non poteva non avere una ricaduta sulla sua salute e personalità morale”. Lettera risalente però al giorno 14 Giugno, vale a dire un mese prima della firma sul contratto che si palesò l’11 Luglio. Il periodo storico era quello della prima contestazione al portiere con il lancio dei dollari finti durante la gara dell’europeo under 21, a quel punto la famiglia del ragazzo incaricò l’avvocato Vittorio Rigo di contestare al Milan la responsabilità di quella situazione.

CLAUSOLA RESCISSORIA – Malgrado tutto, nelle settimane successive arrivò l’attesa firma sul rinnovo contrattuale. La famosa clausola rescissoria definita però sulla parola non fu mai depositata, quindi a fine settembre l’avvocato Vittorio Rigo tornò a scrivere al Milan per chiedere di depositare l’accordo entro 10 giorni, minacciando di conseguenza la risoluzione del contratto. Questo non accadde e diede seguito a quanto successo nell’ultimo mese.