HANNO DETTO
Borghi esalta Allegri: «Due meriti e un capolavoro tattico». Così ha rivoluzionato il Milan. L’analisi del giornalista
Borghi, sul suo canale YouTube, analizza l’impatto di Allegri sul Milan, individuando due meriti fondamentali del tecnico
L’impatto di Massimiliano Allegri sul Milan è sotto gli occhi di tutti e, secondo l’analisi del noto giornalista Stefano Borghi, i meriti del tecnico livornese in questo brillante inizio di stagione sono chiari e duplici. Sul suo canale YouTube, Borghi ha elogiato il lavoro dell’allenatore, evidenziando come abbia agito con maestria su due fronti: quello mentale e quello tattico. Il primo, grande merito è di natura gestionale, un marchio di fabbrica di Allegri. “Allegri ha avuto due grandi meriti in questo inizio della sua avventura milanista, uno gestionale perchè è evidente vedendo il Milan in campo che ha portato compattezza all’interno del gruppo, ha portato voglia di applicarsi, di faticare, di essere presenti, di giocare, di credere e di arrivare con fame alle partite“. Borghi sottolinea come queste qualità, assenti nella passata stagione, siano state la prima, fondamentale, iniezione di fiducia del tecnico.
La svolta tattica e l’evoluzione del gioco
Se la capacità di gestione del gruppo è una dote riconosciuta, secondo Borghi Allegri ha dato una risposta ancora più forte sul piano delle scelte di campo. “Allegri ha dato una risposta ancora più forte sul piano delle scelte tecnico tattiche, perchè la rosa del Milan così com’era […] non era immediatamente identificabile in un modo di giocare”. Qui risiede il suo capolavoro: “Allegri è stato bravissimo a capire che l’unico modo per farla rendere era questo 3-5-2 molto asimmetrico, con dinamiche molto particolari, anche piuttosto lavorate”. Un sistema di gioco efficace, costruito con l’aiuto di uno staff sempre più cruciale. Borghi, infine, nota un’importante evoluzione rispetto al passato: questo Milan non è una copia della sua seconda Juventus. “Il Milan è una squadra che gioca sicuramente in modo diverso […], che fa porzioni di partita stando più in alto, non cerca esclusivamente il blocco basso e l’uscita rapida per ribaltare il fronte”.
