Savicevic ricorda l'esperienza al Milan: le parole
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Savicevic ricorda l’esperienza al Milan: particolare retroscena svelato dal campione montenegrino

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Savicevic, leggenda del Milan, ha ricordato un particolare dettaglio sulla sua avventura in rossonero: le sue dichiarazioni

Dejan Savićević, leggenda del Milan e attuale presidente della Federazione calcistica del Montenegro, ha concesso un’intervista esclusiva a TMW, offrendo una prospettiva unica e profonda sul futuro di Vasilije Adžić, giovane talento montenegrino della Juventus. Le sue parole, cariche di saggezza e di esperienza, hanno messo in luce le sfide che un giovane giocatore deve affrontare e le insidie di un percorso di crescita non lineare. Savićević ha sottolineato un aspetto cruciale della carriera di Adžić, che lo differenzia dalla sua: la mancanza di continuità.


La continuità come chiave del successo

“Io non ho mai avuto una pausa nella mia carriera prima di arrivare al Milan”, ha dichiarato Savićević. “Da quando avevo 18 anni, ero titolare, ho giocato il 90% delle partite per i club in cui giocavo. Ho saltato partite solo per cartellini o infortuni. Io ero costante, e Vasilije, nell’ultimo anno e mezzo, ha giocato meno, praticamente ha avuto una pausa, queste cose possono lasciare il segno in una carriera”. Questa riflessione è un monito per i giovani che si affacciano al calcio professionistico: la continuità non è un optional, ma un fattore determinante per lo sviluppo e la maturazione di un atleta. Un anno e mezzo di inattività o di scarso utilizzo può, secondo Savićević, minare la fiducia e le prospettive di un giocatore, a prescindere dal suo talento innegabile.


Il consiglio per Adžić e l’ipotesi Milan

L’ex attaccante rossonero non ha nascosto il suo consiglio per il giovane talento, un suggerimento che avrebbe potuto cambiare il suo destino. “Il mio consiglio in passato è stato di cambiare ambiente lo scorso giugno e di trasferirsi, ad esempio, in una squadra italiana di metà classifica dove avrebbe giocato una trentina di partite a stagione e sarebbe stato titolare titolare, per poi tornare alla Juventus con un grande impatto”. L’ipotesi di un prestito in un club dove avrebbe avuto più occasioni per scendere in campo avrebbe rappresentato una scelta ideale per la sua crescita. E in questo scenario, il Milan di Massimiliano Allegri, con un direttore sportivo come Igli Tare sempre attento ai giovani talenti, avrebbe potuto rappresentare una piazza ideale. Un club che da anni investe su giovani promesse per poi valorizzarle al meglio.


Pressione e prospettive future

Adesso, però, la situazione è cambiata. Adžić si trova alla Juventus e la sua sfida è quella di ritagliarsi uno spazio in una squadra di alto livello. “Ora ha una possibilità: spero quindi che abbia più minutaggio. D’altra parte, più minuti e opportunità alla Juventus comportano una maggiore pressione che dovrà saper gestire”. Savićević ha sottolineato come la pressione sia un altro elemento fondamentale per un giocatore. Aumentano le aspettative e le responsabilità, e la gestione di queste dinamiche può fare la differenza tra un campione e un talento inespresso. “Se avrà abbastanza occasioni per giocare e crescere, potrà raggiungere alti livelli“. L’ex rossonero ha chiuso con una nota di speranza, ribadendo la sua fiducia nel talento di Adžić e la sua convinzione che, con le giuste opportunità, potrà fare la differenza.

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