Zaccheroni: «Ho visto capitani ver paura di San Siro. Zlatan? Garanzia»
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Zaccheroni: «Ho visto capitani ver paura di San Siro. Zlatan? Garanzia»

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Zaccheroni ha parlato a Gazzetta dello sport da ex di Milan e Lazio, un tecnico che con i rossoneri ha vinto qualcosa di incredibile

Zaccheroni ha parlato a Gazzetta dello sport da ex di Milan e Lazio, un tecnico che con i rossoneri ha vinto qualcosa di incredibile: lo scudetto del 99 contro ogni pronostico.

LA PAURA DI SAN SIRO- «Ho visto capitani di nazionali aver paura ad entrare a San Siro. Ho allenato tante squadre, ma nessuna maglia pesa come quella del Milan».

STADIO VUOTO OK- «Sì, per me è una certezza: San Siro spaventa. Calhanoglu è finalmente arrivato e a questo punto mi viene da pensare che una delle due opzioni abbiano influito, o entrambe: il cambio di modulo o l’assenza del pubblico. Da dopo il lock down è decisamente un altro giocatore. Sempre presente, sempre incisivo, sempre convinto. Prima aveva delle pause, non sapevi quando ce l’avevi totalmente. Sono curioso di vedere cosa gli succederà quando tornerà il pubblico. Ha grande qualità tecnica, e questa non si discute. Sulla personalità serve la controprova, ma è uno di quei giocatori aiquali direi: “Vaiincampo e gioca come sai”. Vedo la sua reazione quando sbaglia qualche giocata, non lo caricherei di troppe responsabilità».

CHI SCEGLIEREBBE- «Sono i due maggior talenti delle loro squadre, Sono diversi ma fanno la differenza allo stesso modo. Oggi Calhanoglu incide di più, cerca maggiormente il
tiro, la porta. Luis Alberto è più rifinitore. Mi sembra un po’ umorale ma ha personalità. Parlo per quello che vedo da fuori. Offre un contributo prezioso a Immobile che sta facendo qualcosa di disumano. Fare gol in A resta più difficile che farlo altrove. Mi permetto di dire che aspetto ancora l’esplosione di Milinkovic: ha tutto per essere la miglior mezzala in circolazione, deve sbloccarsi».

STADIO VUOTO UNICO FATTORE- «Certo che no. Ci sono tanti fattori. Maldini èuno dei primi. Conosco benissimo Paolo e lui conosce ancora meglio le dinamiche interne alla squadra. Lo faceva da capitano e lo farà oggi da dirigente, con responsabilità ancora più grandi: sa metterti a suo agio, “pulisce l’aria”, interviene se ci sono difficoltà. E’ un patrimonio che altri non hanno, i giocatori di oggi lo avvertono. Lui dà certezze, Ibra toglie altre responsabilità. Sembra dire: “Ci penso io, nelle difficoltà appoggiatevi a me”. Quando a inizio stagione mi chiedono un pronostico sullo scudetto, rispondo: “Fatemi vedere dove
gioca Zlatan…».

SU PIOLI- «Un anno fa si era messo in una brutta situazione, penso alla sconfitta di Bergamo contro l’Atalanta.Poi è venuto fuori, ha lavorato benissimo: i giocatori in campo cercano sicurezze e lui evidentemente le ha date. Chiunque giochi sembra essere lì da 10 anni, Kalulu ne è l’ultima dimostrazione».

SULLA LAZIO- «E’ difficile ricaricarsi dopo quello che è successo la scorsa stagione. Hanno dato il meglio e davanti avevano l’occasione della vita: erano talmente lanciati che senza l’interruzione per la pandemia avrebbero davvero potuto vincere lo scudetto. Avevano un’energia straordinaria e ora quella stessa energia va ritrovata, ma se non vivi quell’adrenalina è difficile. Gli alti e bassi dipendono da questo, i giocatori sono gli stessi».

SULLO SPIRITO GIUSTO- «Ripartite da capo è difficile. La determinazione viene da dentro. Inzaghi può essere d’aiuto e d’esempio: da come si agita in panchina direi che la voglia non gli manca. E’ stato una sorpresa: da allenatore è molto, molto coinvolto, da giocatore, e parlo perché è stato con me, era più distaccato».

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