Sconcerti: «Gattuso mi ricorda un grande del passato. Ma ho un dubbio sul Milan» - Milan News 24
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Sconcerti: «Gattuso mi ricorda un grande del passato. Ma ho un dubbio sul Milan»

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Mario Sconcerti

Il Milan inizia a volare e lo fa stendendo nettamente una Roma apparsa inerme nel secondo tempo: Sconcerti esalta Gattuso ma lancia un messaggio alla società

Il lavoro di Gattuso funziona, questo Milan vince e convince. Nonostante il buon momento di forma, in pochi pensavamo di poter assistere ad un match come quello di ieri sera all’Olimpico. Un primo tempo ‘controllato’, con poche defaillance, ed una ripresa devastante che ha annichilito la Roma. Anche Mario Sconcerti, sulle colonne del Corriere della Sera, si unisce ai complimenti che addetti ai lavori e non stanno rilasciando al mister: «Forse a Roma è nata una stella. Con quella sua aria da meridionale accorto, con le sue flotte di pescherecci che ogni notte invadono il mare, Gattuso assomiglia sempre più al vecchio Rocco e alle sue macellerie triestine. La stessa umanità diretta, quel suo calcio pratico un po’ influenzato dalle grandi platee ma fondamentalmente corretto, equilibrato dal campo e da una sincerità decisa. Il Milan a Roma è stato una grossa squadra non solo per come ha vinto, ma per come non ha mai fatto giocare la Roma. Non è facile, la Roma ha di solito ondate di gioco travolgenti, che poi muoiono all’alba, ma di regola esistono. Il Milan non ha mai fatto costruire niente all’avversario. Ha giocato senza strappi, nel modo più semplice, più diretto. Non so se il suo padrone sia solvente o meno, o quanto lo sia fino in fondo. È vero però che la solvenza è un problema di molti nel calcio e per nessuno si usa così tanta insistenza nel cercarla. Non so se stia nascendo una grande società, sta però nascendo una squadra migliore di quello che si pensava. Resta da vedere il seguito, il calcio è un continuum sconosciuto. Ma questo Milan ha la forza della normalità, ha costanza e tocchi di classe. È molto migliorabile ma anche molto promettente».

SUL PROGETTO – Il giornalista, però, ammonisce la società: «La vera cosa che non mi quadra nel suo progetto è il ricorso alla borsa cinese per fare contanti. Nessuna squadra è diventata ricca con la borsa perché nessun investitore classico metterebbe mai un dollaro su una materia labile come il calcio. La Juve è partita da quasi quattro euro ed è a 0,80 per azione. Roma e Lazio sono partite da oltre cinque e sono a 0,50. Molte grandi squadre inglesi sono entrate e uscite dal listino perché non è cosa da investitori, è roba da tifosi. E poche volte chi fa soldi con la borsa li mette poi nella società. Non Sensi, che annunciò di voler rientrare, non la Juve che mise nella squadra solo il 40 per cento. È in questo che diffido dei cinesi. Ma la squadra è buona, ha molti sintomi di una futura grande squadra. Se non sbaglia i prossimi due acquisti può prendere perfino la malattia».

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