San Siro Milan, Collovati spiega: «Io non lo abbatterei»
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San Siro Milan, Collovati spiega: «Io non lo abbatterei, questa è l’idea che ho in mente per il futuro dell’impianto». Poi racconta diversi aneddoti

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San Siro Milan, Fulvio Collovati, ex calciatore rossonero e dell’Inter, ha parlato del futuro dell’impianto: le sue dichiarazioni

Il futuro dello stadio San Siro continua a dividere Milano, tra ipotesi di abbattimento e proposte di ristrutturazione. Tra le voci che si levano in difesa del Meazza c’è quella autorevole di Fulvio Collovati, ex difensore e Campione del Mondo 1982 che ha vestito entrambe le maglie di Milan e Inter. Intervistato da Il Giorno, Collovati ha espresso il suo rammarico per la “confusione” che circonda il destino di quello che definisce un simbolo della storia sportiva italiana.

L’appello dell’ex calciatore è chiaro: Milano deve guardare all’esempio dei grandi stadi europei, come il Bernabeu, Wembley o il Parco dei Principi, che sono stati modernizzati senza essere cancellati. Mentre il Milan di Massimiliano Allegri e il DS Igli Tare si concentrano sul presente e sul campo, la questione dello stadio resta un nodo cruciale per il futuro del club.


Il Legame Indissolubile con San Siro

Collovati ha ricordato il suo profondo legame con l’impianto, iniziato da ragazzino:

SU SAN SIRO – Io a San Siro ci sono cresciuto, perché a 13 anni facevo il raccattapalle e quando il pallone andava fuori non vedevo l’ora di consegnarlo al mio idolo, Gianni Rivera. Poi a 18 anni ho realizzato il mio sogno: da giocatore, in Serie A con il Milan per poi passare all’Inter. Dal 1970 al 1986 ho calpestato quel terreno di gioco e oggi ci vado da commentatore. Però vedo tanta confusione e la cosa mi rattrista.


La Proposta: Ristrutturazione e Valorizzazione Esemplare

L’ex difensore propone una soluzione che preservi l’identità storica dello stadio, trasformandolo in un asset per l’intera nazione:

SE DOVESSI DECIDEREI IO? – Ho girato il mondo. Nel ‘vecchio’ Bernabeu ci ho vinto un mondiale con l’Italia, lo hanno rimesso a nuovo e adesso continua a giocarci il Real Madrid. Anche quello di Wembley è stato risistemato ed è la casa dell’Inghilterra. Per non parlare del Parco dei Principi di Parigi. Possibile che qui a Milano non si riesca a valorizzare un impianto che rappresenta la storia del calcio? Vero, magari la città merita un altro stadio, forse due. Ma perché si dovrebbe rinunciare a San Siro, o come qualcuno vorrebbe, abbatterlo? Lo si può usare per la Nazionale, diventerebbe un museo del calcio mondiale. Cominciassero a ristrutturarlo.


L’Urgenza di Intervenire e la Memoria da Preservare

Collovati non nasconde la necessità di intervenire immediatamente, dato lo stato attuale della struttura:

ANCHE PERCHÉ COSÌ NON PUÒ RIMANERE. HA GIÀ PERSO LA FINALE DI CHAMPIONS DEL 2027 E GLI EUROPEI DEL 2032 – Nessun dubbio sul fatto che San Siro debba essere sottoposto a lavori, perchè è fatiscente. Pochi mesi fa ero a fare una radiocronaca di Champions con l’Inter in campo, e in tribuna avevo l’ombrello per ripararmi dalla pioggia. Una cosa assurda. Bisogna renderlo moderno, cercando di rinnovare le zone limitrofe, lasciando però che lo stadio resti uno stadio.

Di fronte all’ipotesi estrema dell’abbattimento, il giornalista fa un appello ai sentimenti e alla memoria:

NELLA MALAUGURATA IPOTESI CHE SI DECIDA DI ABBATTERLO? – Dovrebbero ricostruirlo. Perchè San Siro è San Siro, la nostra memoria. Quando hanno rifatto il “Bernabeu” potevano rinominare lo stadio “Alfredo Di Stefano”, invece nulla è cambiato. Il Bernabeu è rimasto, più moderno e accogliente. Forse sono un nostalgico, forse faccio parte di un’era in cui si privilegiavano i sentimenti, e non gli aspetti economici. Ma se a Madrid, Parigi e Londra gli stadi storici esistono ancora, spero ancora che a Milano non si calpesti un pezzo di storia.

L’auspicio di Collovati è che l’aspetto nostalgico e storico prevalga sulla mera convenienza economica, preservando un “pezzo di storia” che ha visto trionfare il Milan in epoche gloriose.

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