Milan sei grande anche senza "veterani": le defezioni non fanno più paura
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Editoriali

Milan sei grande anche senza “veterani”: le defezioni non fanno più paura

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La vittoria ottenuta in rimonta contro il Celtic è avvenuta in un contesto inedito: non c’era in campo neanche un over 28

Il Milan contro il Celtic ha ottenuto la matematica qualificazione ai sedicesimi di Europa League e una consapevolezza in più: è possibile ribaltare un match anche senza i propri leader in campo. L’assenza annunciata di Ibrahimovic e l’infortunio dopo appena dieci minuti di Kjaer (nelle prossime ore nuovi esami) avevano lasciato inizialmente un vuoto caratteriale “colmato” beffardamente dai due gol scozzesi.

E’ proprio sul due a zero però che i “ragazzi terribili” (Rebic il più “anziano” con 28 primavere sulle spalle) hanno trovato un orgoglio a tratti sorprendente sospinto dal destro chirurgico di Calhanoglu e dalle interminabili sgambate di Theo Hernandez a sinistra. Il pareggio fulminante di Castillejo è l’antipasto di quella che è stata la portata principale di scuola norvegese: Jens Petter Hauge.

L’ex Bodo-Glimt è ispiratissimo e al termine di una doppia azione personale permette prima al Milan di trovare il vantaggio e poi sul finale di servire un assist al bacio per l’ultimo guizzo di Brahim Diaz. Neanche il tempo di festeggiare però per Pioli e compagni che domenica torneranno di nuovo in campo al Marassi contro la Sampdoria. A Genova mancheranno Ibra, Leao e probabilmente Kjaer ma da stasera, forse, le defezioni fanno meno paura

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