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Milan, la retorica della mentalità coinvolge anche Suso: trovato il fulcro del problema

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Il momento è buono per analisi e pseudo-diagnosi, il problema poi si verifica nuovamente ad ogni pareggio come gli ultimi tre di fila

Il “terremoto” in casa Milan porta anche qualcosa di buono, vale a dire il disperato tentativo di trovare la fonte del problema per poi magari ripresentarsi in campo e lasciare altri due punti, come successo nelle ultime tre gare. Ad ogni pareggio bisogna cambiare mentalità, il gruppo è unito ed il Milan è una grande famiglia. Tutto meravigliosamente poetico se non fosse per una classifica da retrocessione, con la Champions già distante un’eternità. A proposito di parole al momento opportuno, Suso ha voluto rilasciare una sua dichiarazione a SkySport ovviamente centrata sul disastroso momento rossonero.In base a quanto riportato dallo spagnolo, la situazione in casa milan sarebbe rosea come una giornata al Luna Park, serenità e tranquillità non mancano, ciò che ancora non riesce ad insinuarsi a livello psicologico sarebbe la famosissima mentalità e perchè no, un pizzico di fortuna ( come spesso dicono alcuni tecnici di Serie A dopo una sonora sconfitta). Suso ha raccontato così il momento del Milan a pochi giorni dalla trasferta di Reggio Emilia: «Sono d’accordo col mister. Il gioco da grande squadra ce l’abbiamo, così come tutto il resto, ma non la mentalità. Come quando dobbiamo gestire il vantaggio o stare più stretti in campo, in questo senso. È questione di tempo e di fortuna. È vero che siamo una squadra giovane ma dobbiamo crescere il più velocemente possibile».

SU GATTUSO- «Gattuso non ha responsabilità però, queste cose dipendono da noi. Dobbiamo essere più attenti e concentrati, senza avere paura. Si può sempre migliorare e fare di più. Lo spogliatoio è molto unito, fatto da tanti bravi ragazzi, mi sento come se fossi qui da 15 anni e questo rende il Milan una famiglia per me. Con Montella mi sono trovato bene, mi ha dato molta fiducia. Ora invece si è creata una squadra, il gruppo è stato compattato ed è stato un lavoro complicato».

SUL PREMIO- «Sono stato premiato per le 100 presenze con questa maglia e sono felicissimo. È un orgoglio aver vestito questa maglia tutte queste volte, è il sogno di quando ero bambino».

SUI CAMPIONI- «Ne abbiamo due: Higuain e Reina, che hanno portato un altro tipo di mentalità».

SULLA CHAMPIONS- «Ce la possiamo ancora fare, ma non dobbiamo perdere questi punti per strada. Quando affrontiamo Juventus, Inter e Roma il pareggio ci può anche stare, ma con le piccole bisogna vincere». 

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