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Editoriali

Milan-Juventus, niente svolta: i dubbi del mercato si confermano in campo

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Kalinic Montella

Analisi a caldo di Milan-Juventus, finita 2-0 per i bianconeri grazie alla doppietta di Gonzalo Higuain

Il verdetto di San Siro è chiaro: la Juventus, senza disputare una delle proprie migliori gare – come in tutta la stagione -, sblocca il punteggio nel primo tempo con Higuain al 23′ nel momento di massima spinta bianconera dopo l’avvio in fiducia dei rossoneri.

L’APPROCCIO DI MONTELLA OK, POI IL BUIO – I primi 10′ del Milan sono stati piuttosto incoraggianti con Kalinic a dar fastidio ai portatori di palla bianconeri e con Suso-Calhanoglu nella linea di mezzo tra difesa e centrocampo juventino. Dopo il gol bianconero, il buio: la squadra si è sfilacciata perdendo mordente, a testimonianza che le scorie di un periodo negativo sono tutt’altro che espletate. Prima dell’intervallo, però, la più grande palla gol: cross di Rodriguez, spizzata di Calhanoglu e stop e tiro di Kalinic che, dal limite dell’area piccola, non riesce a superare incredibilmente Buffon col pallone che si stampa sulla traversa.

SECONDO TEMPO APATICO – Il Milan in avvio di ripresa sembra partire bene ma il gol al 63′ di Higuain avanza lo stato di malattia della squadra, incapace di reagire e mostrare cattiveria nei minuti finali. I cambi sono tardivi e senza conseguenze con Montella che, anche oggi, finisce dietro alla lavagna: nei momenti di difficoltà, inserire (per tempo) una punta (Cutrone e André Silva) può infondere fiducia alla squadra ed abbassare il baricentro degli avversari, cosa che, oggi, non è successa con i bianconeri a far melina negli ultimi minuti.

HIGUAIN ‘DOPPIA’ KALINIC – Analizzando il risultato finale, è impietoso il confronto tra i due bomber delle rispettive squadre: Higuain, pagato 94 milioni di euro, ha siglato due gol su due palloni a disposizione. Kalinic, pagato 25 milioni di euro, in area piccola sbaglia clamorosamente quello che poteva essere il gol dell’1-1. Non solo Kalinic – che arriva in ritardo su due cross di Abate e Borini – , però, perché lasciano perplessi (ancora) le prove di Biglia e Calhanoglu, fuori condizione e/o fuori ruolo, così come Kessié, che ci mette potenza e grinta ma che non è nemmeno un lontano parente di quello ammirato a Bergamo. Ci vuole tempo, è vero, però forse una rilettura del mercato (Kalinic più Andre Silva uguale Aubameyang) condotto da Fassone e Mirabelli. Ormai, dopo undici giornate di campionato, la zona Champions è lontana 12 punti: abbastanza per tracciare i primi bilanci.

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