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Editoriali

Milan, i cortigiani della vecchia corte ancora latrano

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mirabelli

Criticare il Milan è ormai una moda che accomuna molti. Dietro i semplici attacchi si nasconde una realtà differente

Quando cade un re gran parte della vecchia corte viene assalita da spasmi di panico. “Cosa ne sarà di noi?” si domandano il cancelliere e il vicario passando per l’Infante fino all’ultimo buffone. Alcuni giullari iniziano ad inventarsi nuove storie per stupire la nuova corte, altri ancora continuano a tessere le lodi di quelle vecchia. È quello che sta succedendo, a livello mediatico, contro il Milan.

NUOVA ERA – Finito il periodo vincente dell’era Berlusconi è arrivato il momento di svoltare pagina. Perché l’ultimo lustro della storia rossonera è stato costellato da innumerevoli delusioni sportive e da una totale incapacità gestionale. Bisogna ammetterlo, in tutta onestà al di là dei colori del cuore. Tuttavia, tra i milanisti e non, permangono ancora dei nostalgici della vecchia dirigenza. Sia chiaro, ogni buon tifoso del Milan è nostalgico dei periodi di gloria del passato, delle Champions League, di Sacchi e Ancelotti; ma quando l’amore per la propria squadra si trasforma in una battaglia personale, ingiustificata, nei confronti dei nuovi proprietari e dei nuovi dirigenti allora c’è da preoccuparsi.

Tutti sanno che Montella ha il dovere di riportare il Milan in alto, tutti avranno capito (e giudicheranno) anche che la società nei prossimi 12 mesi dovrà assolvere alcuni obblighi finanziari. Aspetteremo, osserveremo e faremo le valutazioni con giudizio a tempo debito.

CRITICHE – È a dir poco imbarazzante, ad oggi, come da alcune penne e voci rossonere (ed ex rossonere) possano piovere critiche nei confronti di André Silva, Marco Fassone e Vincenzo Montella, solo per citarne alcuni. Come se il giovane ex Porto, autore già di 5 reti in Europa League, fosse colpevole di essere stato pagato 40 milioni di euro con l’intermediazione di Jorge Mendes. In pochi si scandalizzavano dei 10 milioni per José Sosa la scorsa estate o del ritorno di Mario Balotelli (aspettiamo ancora che diventi un campione) grazie a Mino Raiola. Come se acquistare 11 giocatori anziché Aubameyang a 100 milioni fosse un errore imperdonabile ad una dirigenza che si è ritrovata una squadra con Vangioni, Ocampos, Honda, Mati Fernandez, Rodrigo Ely, Sosa. E poi vi sono quelli che non contenti chiedono a gran voce che Montella possa allenare Van Basten, Maradona ed ET l’extraterestre. Dei laudatores che abbandonano l’obiettività nei giudizi in favore del proprio tornaconto siamo ormai stufi. C’è ancora chi non crede che esistano i cinesi. E ancora latra alla ricerca del re perduto.

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