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Milan, Calhanoglu l’emblema della povertà tattica dei rossoneri

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Quello delle ultime settimane è un Milan poverissimo di alternative. Calhanoglu non ha mai convinto, eppure gioca sempre

Ci ricordiamo tutti come il Milan aveva iniziato la stagione. Un bel gioco, una manovra fluida, tanti movimenti, diversi inserimenti e soprattutto gol a raffica. I risultati poi non sono sempre stati convincenti, ma la sensazione era quella di una squadra che, seppur giovane e inesperta, mostrava delle potenzialità notevoli.

POVERTA’ TATTICA – Con gli infortuni dei pezzi più pregiati della rosa rossonera poi (Biglia e Bonaventura su tutti), il Diavolo ha manifestato tutte quelle che sono le lacune di questa squadra. L’organico su cui Gattuso può contare infatti conta oggi di poche, pochissime alternative, specialmente nei reparti avanzati. La conseguenza più logica di tale povertà è stata perciò un drammatico adeguamento a prestazioni scabrose, totalmente prive di anima e idee, e completamente inefficaci sotto il punto di vista realizzativo (sintomatiche in tal senso le quattro gare consecutive in campionato senza segnare gol). La coperta cortissima della rosa rossonera costituisce sicuramente un alibi credibile, ma è ormai ovvio che anche al tecnico calabrese vadano imputate alcune responsabilità. Da inizio stagione infatti l’idea di gioco e le soluzioni tattiche sono sempre rimaste, inesorabilmente, le stesse: cieco affidamento a Suso quando c’è, tiepidissimo tentativo di aggirare le difese avversarie con il possesso palla e vana speranza che Higuain possa tornare al gol senza qualcuno che sia concretamente capace di metterlo in tali condizioni.

CALHANOGLU SPECCHIO ROSSONERO – Il Milan ha esaurito le alternative, e lo ha fatto già da parecchio. Chi più incarna la difficoltà rossonera in questo momento è Calhanoglu: il turco non ha ancora mai convinto, eppure è da inizio stagione che gioca stabilmente nell’undici titolare: simbolo di una squadra che ad oggi non riesce, ma potrebbe, ad offrire di meglio. L’incapacità di rendersi offensivamente pericoloso, la sporadicità con cui riesce a creare situazioni di attacco favorevoli e la ormai dimenticata precisione balistica rendono il turco il ritratto perfetto di questo Milan malato. Un Milan che a girone di andata praticamente concluso non ha ancora trovato il modo di creare una credibile ed efficace connessione tattica tra il centrocampo e Higuain, che non a caso è diventato praticamente inutile alla causa rossonera.

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