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I punti fermi del Milan di Allegri

Milan News 24

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Il ritorno di Massimiliano Allegri sulla panchina del Milan, a oltre un decennio di distanza dalla sua prima esperienza culminata con uno Scudetto, è stato accolto da un misto di curiosità e scetticismo. Eppure, a pochi mesi dall’inizio della stagione, il “Diavolo” sembra aver trovato una quadra e un passo che mancavano da tempo, navigando con sicurezza nelle zone alte della Serie A. L’Allegri-bis non nasce sotto il segno della rivoluzione estetica, ma della “normalizzazione” e del pragmatismo. L’allenatore livornese è stato chiamato per riportare ordine, solidità e, soprattutto, risultati, dopo annate altalenanti alla Juventus. I primi segnali indicano che la squadra sta rispondendo presente, assimilando i dettami del tecnico e costruendo una nuova identità, meno spettacolare forse, ma decisamente più concreta ed efficace.

Il pragmatismo come filosofia: solidità e gestione del gruppo

Il primo, vero punto fermo del Milan targato Allegri è il ritorno al “risultato” come priorità assoluta. Lontano dalle mode del pressing ultra-offensivo o della costruzione dal basso a ogni costo, Allegri sta ricostruendo la fiducia della squadra partendo dalle fondamenta: la solidità difensiva. Non si tratta di un approccio puramente “catenacciaro”, quanto di una gestione intelligente degli spazi e dei momenti della partita. Il Milan di Allegri non cerca il dominio estetico del gioco per novanta minuti, ma la superiorità strategica. L’obiettivo dichiarato fin dalla sua presentazione non è stato lo Scudetto a tutti i costi, ma il ritorno stabile nell’élite europea, ovvero la qualificazione alla Champions League.

Per raggiungere questo scopo, l’altro pilastro è la gestione del capitale umano. Allegri è, da sempre, un “gestore” di campioni. Il suo lavoro si sta concentrando sul recupero psicologico e tattico dei big della rosa, come Leão e Maignan. A questi giocatori non viene chiesta un’adesione dogmatica a uno schema, ma la messa a disposizione del loro talento all’interno di un equilibrio collettivo. A Leão, ad esempio, è concessa la libertà di inventare negli ultimi trenta metri, ma in cambio è richiesto un contributo di sacrificio e ripiegamento che ne completa la maturazione. È questo l’Allegri-pensiero: i singoli vincono le partite, ma l’equilibrio di squadra vince le stagioni.

L’equilibrio tattico e la ricerca della continuità

Se il primo pilastro è la mentalità, il secondo è l’equilibrio tattico. Pur partendo da un sistema di riferimento che ricorda il 4-3-3, il tecnico livornese ha dimostrato la consueta flessibilità, adattando modulo e approccio in base all’avversario e alle situazioni di gioco. Il suo Milan è una squadra camaleontica, capace di abbassare il baricentro e soffrire quando l’avversario attacca, per poi colpire in ripartenza con la velocità e l’intensità dei suoi esterni, spesso protagonisti con incursioni decisive e cross precisi. I “punti fermi” in questo scacchiere non sono tanto gli interpreti in senso stretto, ma i concetti chiave: densità a centrocampo per limitare gli spazi agli avversari, raddoppi di marcatura efficaci che bloccano i principali pericoli, e un attacco dinamico che non dà punti di riferimento fissi, creando confusione nelle linee difensive avversarie.

Questa ricerca della continuità sta pagando in termini di risultati e fiducia. La squadra non si aspetta un “gioco spettacolare”, come ammesso dallo stesso tecnico, ma un “gioco efficace” basato su pragmatismo e intensità, con grande cura del dettaglio. Allegri sta plasmando un gruppo a sua immagine e somiglianza, cioè esperto, consapevole dei propri mezzi, disciplinato e, soprattutto, cinico nel saper gestire le varie fasi della partita. L’obiettivo è trasformare le buone prestazioni in risultati costanti nel tempo, evitando i vuoti e le pause che avevano caratterizzato le stagioni precedenti e minato le ambizioni della squadra.

Un percorso di crescita che non è passato inosservato agli addetti ai lavori e agli appassionati, come emerge anche dai pronostici di Bottadiculo, che riconoscono al Milan di Allegri la solidità e la maturità necessarie per competere ai massimi livelli in Italia e in Europa.

I veri “punti fermi” del Milan di Allegri sono, quindi, la ritrovata solidità difensiva, che ha portato a una riduzione significativa dei gol subiti, la gestione pragmatica e intelligente dei talenti a disposizione, valorizzandone caratteristiche specifiche, e una mentalità orientata esclusivamente all’obiettivo, senza inutili fronzoli o eccessi di esposizione mediatica. Questi elementi stanno creando le basi per un progetto vincente che punta a confermare il club tra i protagonisti sia in Italia sia in Europa.

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