Gandini Milan: l'ex ad della Roma spiega chi è Gazidis
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Gandini: «Vi racconto chi è Gazidis, il derby? Non mi sbilancio»

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Gandini ha dato un profilo completo del nuovo ad del Milan Gazidis e ritiene che il Milan possa ritrovare presto l’Europa grazie al suo DNA

Umberto Gandini ha parlato oggi durante il programma Tutti Convocati in diretta su Radio 24. L’ad della Roma ha parlato del ruolo che assumerà Ivan Gazidis in società e ha dato le sue previsioni in vista del derby di domenica.

Si parla molto di mercato dirigenti, com’è essere una sorta di figurina? «Innanzitutto non mi sento a livello di “top manager”. Ho trascorso 25 anni tra Milan e Roma e certo fa piacere essere conteso soprattutto quando sembrava che potessi lasciare i giallorossi per il club di via Aldo Rossi. Purtroppo non è successo per tutta una serie di motivi. Con Gazidis, che posso dire di conoscere di persona, abbiamo convenuto che non ci fossero le condizioni. Quindi sono sul mercato».

Chi è Gazidis? «Lo conosco da quando lavorava in MLS come vice commissioner e ha fondato la Soccer United Marketing, braccio commerciale federazione americana. Un po’ a sorpresa venne scelto come ad dell’Arsenal, che nel frattempo cambiava proprietà. E’ un grande gestore di persone e società con un background legale. Ha un conoscenza molto vasta ma non posso giudicarlo dal punto di vista commerciale. Penso che il fascino di riportare il Milan a grandi livelli abbia pesato sulla scelta di venire in rossonero».

Quali possono essere le difficoltà per un manager straniero? «Deve capire che sta per entrare in un ambiente culturale che non conosce e molto diverso dal suo mercato di riferimento. Le differenze tra Premier e Serie A stanno non solo nelle abilità ma anche nei ricavi e come questi vengono ottenuti. Gazidis all’Arsenal ha li ha fatti crescere del 100% mentre ora il Milan si ferma a 40 milioni considerando lo stadio. Ci vorranno almeno tre anni per ottenere lo stesso risultato dei Gunners. Quello che devono capire i proprietari stranieri è che abbiamo la responsabilità di lavorare con le emozioni delle persone. Andare a San Siro deve diventare importante così come è importante per un madridista andare al Bernabeu».

Più sorpreso di Gattuso allenatore o Maldini dirigente? «Più del primo in assoluto. Non pensavo che nello spogliatoio del Milan di Ancelotti Rino sarebbe stato tra quelli che avrebbe scelto la carriera di tecnico. Poi vedendo la sua passione ho cominciato a capirlo. Conosco Gattuso da quando era praticamente ragazzino e ne ho seguito la carriera tra Palermo, Sion, etc. Lui ha fatto più gavetta rispetto a Inzaghi. Paolo invece doveva arrivare nel calcio molto prima. Doveva essere convinto del progetto e avere una figura non di contorno».

Chi vince il derby? «Sulla carta l’Inter è più completa ed equilibrata a livello di rosa rispetto al Milan. I rossoneri invece hanno dimostrato di poter vincere le partite partendo anche da una situazione di difficoltà. Dico 51 a 49% per l’Inter. Così Spalletti non dice che gliela tirano».

Quanto ci vorrà per tornare al vertice? «A livello italiano l’Inter al momento è più attrezzata del Milan ma mi auguro comunque ci si arrivi in tempi ristretti per tutto il movimento. In Europa è più complicato ma mi sento di dire che per i rossoneri sarà più semplice rispetto al club di Suning per una questione di DNA».

Il futuro? «Ho pensato all’Arsenal ma Gazidis ha sistemato tutto in fretta. Ora posso guardarmi intorno. La prima scelta è un grande club all’estero ma devo essere realista. Mi intriga l’idea del Club Italia ma c’è anche la posizione di ad nella Lega. Altre squadre in Italia? Non si sa mai. Il Monza di Berlusconi? Forse è troppo presto. Quando ho saputo del suo ritorno nel calcio ho pensato che il tempo non è passato. E’ bello per il calcio in generale. Sono due persone con grande passione. Ovviamente sono più vicino a Galliani per frequentazione quotidiana ma so che lui è eccitatissimo per questa esperienza».

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