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Allegri, aperta la caccia allo scudetto? Tre motivi per cui il Milan non è (ancora) da tricolore. L’approfondimento
Allegri, è davvero aperta la caccia allo scudetto? Tre motivi per cui i rossoneri non sono ancora da tricolore. L’approfondimento
Nonostante i segnali positivi che caricano l’ambiente, La Gazzetta dello Sport invita alla prudenza: Inter e Napoli restano superiori a tutte le altre contendenti. Hanno esperienza ad alto livello, panchine più lunghe, soluzioni tecniche e tattiche consolidate, e sono state costruite per il grande obiettivo. Il Milan, pur essendo l’outsider più interessante e galvanizzato dal successo contro la Roma, deve ancora colmare un gap significativo. Ecco i tre motivi principali:
- Quanto manca il vero numero 9
La potenza offensiva di Inter e Napoli è innegabile. I nerazzurri possono contare su Lautaro, Thuram, Esposito e Bonny, garantendo gol anche con il turnover. Il Napoli, pur con qualche problema fisico, è rassicurato da Hojlund (a volte dirompente), Lucca (discontinuo) e il prossimo rientro di Lukaku. Allegri, invece, non riesce a risolvere l’enigma Gimenez, devastante nel Feyenoord ma assente in rossonero, e non riesce a far scattare il clic di Nkunku, non un fenomeno in zona gol al Lipsia. Zero gol in due. Per fortuna c’è Pulisic, ma non basta. Forse, in questo 3-5-2 senza un vero nove, Allegri potrebbe anche provare la coppia Loftus-Leao, ma è una soluzione di ripiego. - Dove Leao rende al meglio
Il “problema” del Milan, si fa per dire, è che per non rinunciare alla mediana a tre e per difendersi con i tre centrali, Allegri ricorre all’amato 3-5-2. Così facendo, penalizza il giocatore più importante (con Modric), ovvero Leao, nato per muoversi liberamente in fascia. Il gol alla Roma è nato da sinistra, confermando la sua zona di comfort. Prima o poi andrà fatta una valutazione: è meglio perdere i superpoteri del portoghese sull’ala per continuare con il sistema prediletto (3-5-2), oppure è meglio scegliere una formula più adatta al portoghese senza rinunciare ai tre mediani (4-3-3 o 4-2-3-1)? Un dilemma tattico che incide sulla massima espressione del suo talento. - Poche le alternative
Anche psicologicamente il Milan deve diventare più intraprendente: con l’Atalanta ha subito, con la Roma idem, e non sempre i rivali sbaglieranno l’impossibile. Inoltre, all’abbondanza della mediana, non corrisponde la stessa ricchezza in altri settori. Tomori, Gabbia e Pavlovic compongono un reparto ora affidabile grazie alle lezioni di Allegri, ma dietro c’è solo De Winter, troppo poco per tutta la stagione. Anche sugli esterni non c’è da stare tranquilli. Saelemaekers sta facendo un gran lavoro, ma se si ferma? E a sinistra Bartesaghi non ha ancora 20 anni ed Estupiñan lascia qualche perplessità. Non convincono Athekame e altre seconde linee. Anche davanti non ci sono alternative. A gennaio la rosa andrà infoltita con difensori e mediani: spese che sono investimenti, se si vuole la Champions e non solo lo scudetto.
