HANNO DETTO
Maignan: «Sono completamente d’accordo con Rabiot. Non capisco perché»
Maignan è intervenuto in conferenza stampa ed ha preso le parti di Adrien Rabiot sulla questione Milan-Como
Mike Maignan è intervenuto in conferenza stampa alla vigilia di Islanda-Francia. Il portiere del Milan ha trattato diversi argomenti, tra questi anche la gara tra Milan e Como che si giocherà a febbraio 2026 a Perth in Australia. Un match su cui si è già espresso Adrien Rabiot (compagno e connazionale di Maignan), al quale ha risposto l’amministratore delegato della Serie A.
L’estremo difensore e capitano del Milan ha sostenuto il compagno, così come ha fatto anche Maurizio Sarri. L’allenatore della Lazio, se pur estraneo al match, si è unito alla polemica di Adrien Rabiot. Queste le parole di Maignan:
SU MILAN-COMO A PERTH – «Sono completamente d’accordo con Adrien Rabiot. Si pensa molto all’aspetto finanziario. Non capisco perché si giochi una partita del campionato italiano all’estero».
SULLA SFIDA DI DOMANI – «Sappiamo che sarà complicato. Affronteremo un avversario forte. Al Parc des Princes ci hanno messo in difficoltà. Ci sono tre punti da conquistare per avvicinarci alla qualificazione. Siamo pronti ad affrontare la sfida. Sono nazioni con stadi molto più piccoli. Ci mettono molta grinta, volontà e voglia. Non sarà una partita facile. Siamo molto concentrati. Abbiamo molta umiltà. Fa un po’ freddo, ma ci adatteremo, anche loro avranno lo stesso clima».
LA FASCUA DI CAPITANO – «Il capitano della squadra è Kylian. È l’allenatore che decide, non c’è mai stata alcuna reazione o altro. Siamo totalmente d’accordo con le scelte dell’allenatore e del capitano. Domani Kylian non ci sarà, l’allenatore ha fiducia in me e mi ha scelto come capitano. Non ho nulla da cambiare, farò quello che so fare».
SULLE SUE CONDIZIONI – «Sento quello che si dice, ma la mia risposta migliore è che non ci faccio caso. Sto per giocare la mia 23ª partita consecutiva con la nazionale francese. Che si dica che sono un portiere spesso infortunato non mi tocca. Noi siamo i giocatori che subiscono più colpi in campo. È la cosa più traumatizzante. Tutto questo non mi destabilizza, non mi fa nulla. Lavoro ogni giorno e mi prendo cura del mio corpo, è tutto quello che posso fare».
