Tare al Social Football Summit: «Sono al Milan per vincere»
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Tare al Social Football Summit: «Sono al Milan per vincere qualche trofeo importante quindi non posso negare di sognare lo scudetto. Mercato? Ci faremo trovare pronti. Sul derby e il rapporto con Allegri dico…»

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Tare, DS del Milan, ha parlato al Social Football Summit indicando lo scudetto come obiettivo dei rossoneri e non solo: le dichiarazioni

Igli Tare, Direttore Sportivo del Milan, è intervenuto all’Allianz Stadium di Torino per il Social Football Summit, parlando della sua carriera, dell’esperienza alla Lazio e degli ambiziosi obiettivi con il club rossonero.

Qual è la sua prospettiva sulla passata esperienza come giocatore e dirigente alla Lazio? «Sono entrato alla Lazio per firmare un contratto da giocatore e sono uscito con un contratto da direttore: conoscendo il presidente Lotito è tutto possibile. Penso sia stato più visionario lui, in tre anni da giocatore aveva capito tante cose sulle quali io non ero ancora pronto.»

Come descrive il suo ruolo di direttore sportivo? «Sono stato curioso anche da giocatore di capire come funzionavano le società. Ho sempre voluto entrare in profondità. Prendere una decisione così in fretta aiuta. Così ho deciso e sono andato dai miei ex compagni: presentarmi nella veste di direttore sportivo è stato il discorso più difficile da fare ai compagni

Cosa ha imparato da Walter Sabatini e dalle sue esperienze da calciatore? «Una persona e una mente straordinaria, ho imparato tanto da lui, è stato un punto d’aiuto. Da calciatore? Ho lasciato il mio paese a 16 anni, poi ho fatto un anno e mezzo in Grecia e 9 in Germania, sono esperienze importanti

È più concentrato sull’attività in campo o sulla costruzione della squadra? «Tutti e due: per costruire una squadra vincente serve il rapporto quotidiano, io sono presente a quasi tutti gli allenamenti per capire le sfumature e sentire l’umore di tutti. Se dovessi scegliere? Devi conoscere tutte le problematiche che porta questo lavoro, quando devi gestire squadre con dei grandi campioni che devono trovare il loro spazio.»

Qual è il suo traguardo principale con il Milan? «Sarei un bugiardo a dire “non voglio vincere lo scudetto”. Penso che il percorso più corto sia attraverso un progetto tanto radicale: abbiamo portato 19 giocatori e ne abbiamo mandati via 23. Siamo sulla buona strada, ho questo desiderio di vincere qualche trofeo importante con questo club glorioso. Dobbiamo essere umili. Ibrahimovic? A stare con lui ti diverti sempre

Che importanza attribuisce ai dati e all’intelligenza artificiale nel processo di scouting? «Non sono un grande fan dei dati e dell’intelligenza artificiale, per me sono cose che aiutano ad avere una visione ancora più ampia, però la sensibilità nel capire caratteristiche e personalità dei giocatori non te la danno. Vanno usate nel modo giusto, alla lunga serve anche tanto altro: l’esperienza è fondamentale, serve una profonda conoscenza dei valori umani delle persone.»

Quanto conta l’intuizione nelle sue scelte? «Combacia con l’idea di creare un progetto, come il Milan, in cui abbiamo deciso di portare dei giocatori “anziani” come Modric che in realtà è il più giovane di tutti in campo

Come intende replicare al Milan lo spirito di coesione che c’era alla Lazio? «Lo spirito che si era creato specialmente con il gruppo di Simone Inzaghi, eravamo una famiglia. C’era senso di appartenenza importante, i risultati si sono confermati attraverso questa gestione e mi piace tanto portarla anche al Milan, quest’anno sono contento perché si è creata un’empatia molto grande con tutte le persone che lavorano a Milanello, ma anche tra staff e giocatori.»

Come giudica l’assenza di impegni europei in questa stagione? «Abbiamo cambiato tanto, ma abbiamo possibilità durante la settimana di lavorare sui dettagli, cosa che giocando in Europa è impossibile. Abbiamo possibilità di creare le basi per un futuro prossimo

Chi è stato il talento più cristallino che ha gestito? «Ravel Morrison, che ho avuto alla Lazio. Mi ha incuriosito un’intervista di Alex Ferguson che parlavamo molto di lui, l’ho analizzato e l’ho portato alla Lazio per vedere se potevi accendere la sua luce ma era impossibile, non avevo mai visto nella vita un talento del genere

Quale giocatore ha mostrato la personalità più spiccata? «Modric personalità atipica, dopo le vittorie vederlo festeggiare nello spogliatoio come un bambino di 10 anni è la cosa più bella del mondo

Cosa si aspetta dal prossimo Derby? «Conosco bene quello di Roma, ma sono curioso di vivere quello di Milano. Poi io ero tifoso del Milan quindi per me è molto speciale. Queste sono partite che non si giocano ma si vincono. Sarà importante ma non fondamentale. Sarà importante per la città e per dare credibilità al progetto. Sono cresciuto con il Milan di Van Basten e realizzare questo sogno per me è stato bellissimo.»

Qual è la sua analisi sulla classifica e quando si potrà definire l’obiettivo? «Onestamente la classifica è molto corta e cambia ogni settimana. L’equilibrio è fondamentale e noi dobbiamo pensare a tornare in Champions. Questo è un momento chiave della stagione e ci dispiace per il pareggio a Parma. A marzo capirò se saremo in grado di vincere. Non era scontato ma sapevo che potevamo competere.»

Con che frequenza si confronta con l’allenatore Massimiliano Allegri? «Parecchie e abbiamo un grande rapporto con lui. Max trasmette emozioni al gruppo.»

Quali saranno le strategie per il prossimo mercato di riparazione? «Non ci stiamo pensando. Non lo so, ma saremo molto attenti ad ogni opportunità. Non penso sarà un mercato importante ma saremo pronti se sarà utile».

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