Suso: «Montella è stato importante, con Giampaolo non eravamo squadra»
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Suso: «Montella è stato importante, con Giampaolo non eravamo squadra»

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Suso ha parlato della propria esperienza in Italia e al Milan. Ecco le parole dello spagnolo in una lunga intervista

Suso a Sky Sport ha parlato della propria esperienza in Italia e al Milan: «Sto benissimo qui, la città mi piace. L’Italia è un paese molto simile alla Spagna, la storia del Milan ti spinge sempre a lottare».

Sul trasferimento al Milan: «Quando sono tornato a Liverpool, avevo capito che qualcosa fosse cambiato e non mi avrebbero rinnovato il contratto. Il mio procuratore mi chiamò e mi disse che c’era la possibilità Milan. Gli dissi che mi sarebbe piaciuto molto, sono venuto a Milano per le visite mediche ma non volevo aspettare fino a giugno. Galliani mi disse di stare tranquillo, il giorno dopo mi chiamò il procuratore dicendo che Galliani aveva fatto tutto e che potevo andare al Milan. Genoa? Situazione particolare, al Milan non giocavo. Pensavo che il Genoa fosse la soluzione giusta, era andato lì anche Niang e aveva fatto molto bene».

Sui primi tempi in rossonero: «Volevo andare via per giocare, era arrivato Montella. Durante un torneo, mentre uscivamo dallo spogliatoio c’erano il mio procuratore e il ds. Montella è passato e ha detto: ‘Te lo dico ora, questo qui non va da nessuna parte’. Voleva che rimanessi, Montella per me è stato importantissimo. Caratterialmente è molto simile a me, è tranquillo e ha il mio stesso stile».

Su Gattuso: «Da piccolo lo guardavo in tv in un Milan pieno di campioni. Quando arrivò lui partimmo subito forte, al primo allenamento facemmo scatti e pensai che la domenica non sarei stato in grado di calciare in porta. Invece ho trovato una persona con cui ho costruito uno splendido rapporto umano, anche oggi gli parlo spesso. Ti dice le cose in faccia, belle o brutte che siano. Mi è dispiaciuto per il suo addio».

Su Pioli: «Non lo conoscevo, quando è arrivato mi ha ricordato Gattuso. Gli piace parlare, ti chiede cosa pensi o come ti trovi. L’aspetto psicologico è importantissimo nel calcio di oggi».

Su Giampaolo: «Prima del Lecce eravamo a -4 dalla Champions, là vicino. Ciò che mi fa arrabbiare è che prima non vedevo una squadra. Non lo so, era strano. Con Pioli è diverso».

Sulle critiche: «La gente chiede il massimo ai giocatori forti, sono d’accordo. Quest’anno devo fare molto meglio, è normale che per i giocatori importanti ci sia responsabilità. Non sono partito bene, non so quando ma tornerà al mio livello».

Sul sogno Champions: «Il mio sogno è la Champions League. Ho 25 anni, ma non sono ancora riuscito a fare una partita in Champions. Una società come il Milan deve per forza partecipare».

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