Scandalo Platini, ecco la Uefa del Fair Play Finanziario e dei moralismi
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Editoriali

Scandalo Platini, ecco a voi la Uefa del Fair Play Finanziario e dei moralismi

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Scandalo Platini, ecco i clamorosi retroscena sulla Uefa. E poi parliamo di Fair Play Finanziario e di sanzioni…

Nelle ultime ore è diventa sempre più consistente il pericolo di una esclusione del Milan dalla prossima Europa League. Da almeno un paio di anni la Uefa ha preso di mira i rossoneri con continue sanzioni e affermazioni denigratorie. Il punto di rottura è il bilancio milanista che, come quello di tanti altri club, non rientra nei parametri del Financial Fair Play. Questo sistema di finto equilibrio fu promosso proprio da Michel Platini, oggi finito in custodia cautelare al centro di alcune indagini per corruzione.

«L’arresto di Platini? Una cena del novembre 2010 con l’emiro del Qatar, l’allora presidente francese Sarkozy e lo stesso Platini ha un che di sospetto, con delle cose che nessuno ha saputo; un mese dopo i mondiali vanno al Qatar, poi l’acquisto del PSG sempre al Qatar, qualche mese dopo Al Jazira, TV qatariota, compra i diritti televisivi del campionato francese» ha dichiarato Bellinazzo a Radio Kiss Kiss Napoli e a Sky Sport.

«Platini aveva attaccato Infantino che era stato il segretario di Platini, evidente che c’è anche una lotta che intuiamo e che riguarda rapporti personali tra i due
Platini schierò tutta la UEFA a favore del Qatar e qualcuno sta cercando di governare il calcio mondiale in un certo modo cercando di eliminare chi si opponesse» ha concluso il famoso giornalista de Il Sole 24 Ore.

In effetti il FFP cela tante contraddizioni di fondo. Ad esempio non si riesce a capire come le mega sponsorizzazioni di provenienza qatariota o emiratina possano salvare il bilancio di PSG e Manchester City in maniera del tutto regolare per la Uefa. I fatturati di queste due squadre non sono paragonabili a quelli di Real Madrid, Manchester United e Barcellona, società che di conseguenza possono permettersi grandi investimenti senza andare in rosso. Del resto la federazione ha cercato di trasmettere un messaggio di equità sociale (come se il business del calcio fosse una prospettiva filantropica) colpendo i club meno potenti come Galatasaray, Inter, Roma e Milan.

In realtà l’obiettivo era l’esatto contrario, ovvero aumentare il gap tra le big e tutte le altre creando un solco incolmabile. Una sorta di spartizione di premi in famiglia, con una occhio di riguardo per i petrodollari. Da quando è stato introdotto il Fair Play Finanziario non abbiamo affatto assistito a maggiore competitività o ad exploit di piccole e medie squadre. Le vittorie in Champions League sono andate sempre alle stesse squadre (con addirittura tre coppe consecutive per il Real) e non vi è ragione di dubitare che prossimamente sarà il turno di Manchester City e PSG. Nemmeno in Europa League abbiamo osservato imprese di squadre minori come Shakhtar Donetsk o Zenit, ma abbiamo assistito ai recenti trionfi di Chelsea (in finale con l’Arsenal) e Atletico Madrid.

Era dunque questo il calcio equilibrato, democratico e onesto che avrebbe dovuto premiare i piccoli club virtuosi?

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