Connect with us

News

Il nuovo Mondiale per Club FIFA: ambizione globale e polemiche continentali

Milan news 24

Published

on

Mondiale Club

Con il debutto della nuova edizione a 32 squadre, il Mondiale per Club FIFA si appresta a trasformarsi da torneo di nicchia a colosso mediatico e sportivo, con l’ambizione – dichiarata e ribadita – di diventare il secondo evento calcistico più seguito al mondo, subito dietro la Coppa del Mondo per nazionali. Dietro la rivoluzione, però, si cela un sistema di selezione che ha già sollevato polemiche roventi, escludendo alcune tra le squadre più forti d’Europa, in favore di un criterio storico più che meritocratico.

Un format da Coppa del Mondo

Il torneo, che si disputerà negli Stati Uniti tra il 14 giugno e il 13 luglio 2025, riprende in tutto e per tutto la struttura dei Mondiali FIFA per nazionali: 32 squadre, 8 gironi da quattro, fase a eliminazione diretta e una finale secca in programma al MetLife Stadium di New York. Non è prevista la finale per il terzo posto, ma ogni altra fase riprende lo schema classico: ottavi, quarti, semifinali e atto conclusivo.

Nel dettaglio, passeranno alla fase a eliminazione diretta le prime due classificate di ciascun girone. In caso di parità, si procederà con i criteri classici: scontri diretti, differenza reti, numero di gol segnati e, in ultima istanza, sorteggio. Una struttura chiara e intuitiva, pensata per il grande pubblico globale, che potrà seguire tutte le 63 partite gratuitamente in streaming sulla piattaforma DAZN, detentrice dei diritti.

La distribuzione dei posti e i criteri di accesso

La FIFA ha stabilito una ripartizione rigida: 12 squadre europee (UEFA), 6 sudamericane (CONMEBOL), 4 nordamericane (CONCACAF), 4 africane (CAF), 4 asiatiche (AFC), una dall’Oceania (OFC) e una rappresentante del Paese ospitante, in questo caso gli Stati Uniti. Ed è proprio su questa griglia, e su come sono stati scelti i club all’interno di ogni confederazione, che si è scatenata la polemica.

I criteri prevedono l’ammissione automatica per i vincitori delle principali coppe continentali tra il 2021 e il 2024 (Champions League, Copa Libertadores, ecc.), ma per i posti rimanenti si è fatto ricorso a un “ranking storico” basato su risultati accumulati nelle competizioni internazionali degli ultimi quattro anni.

Questo approccio ha generato un paradosso evidente: il Napoli campione d’Italia 2022/2023 e 2024/2025, il Bayer Leverkusen dominatore della Bundesliga 2023/2024, il Barcellona e il PSG campioni in patria non saranno presenti, mentre parteciperanno club come Juventus, Porto, Borussia Dortmund o Atlético Madrid, che non hanno vinto nulla di recente ma vantano un ranking UEFA più alto. Anche altri club di spicco, come il Milan, non parteciperanno alla competizione.

Le squadre partecipanti

La lista definitiva è comunque prestigiosa: dal Manchester City al Real Madrid, passando per Chelsea, Inter, Bayern Monaco, Benfica e Flamengo. L’Inter Miami, squadra di Lionel Messi, sarà presente in qualità di rappresentante del Paese ospitante, nonostante non abbia vinto il titolo nazionale, e questo ha ulteriormente alimentato il dibattito.

Ci saranno anche nomi storici del calcio africano come Al Ahly e Wydad Casablanca, mentre Auckland City rappresenterà l’Oceania. Ma l’assenza di almeno quattro campioni nazionali di spicco – Italia, Germania, Spagna e Francia – ha fatto emergere la spaccatura tra le scelte strategiche della FIFA e le attese degli appassionati.

Una competizione che divide

Alla base delle critiche non c’è solo il criterio di accesso. Diversi club europei e organismi come la FIFPro (sindacato mondiale dei calciatori) hanno denunciato il rischio di sovraccarico nel calendario, considerando che il torneo si colloca tra la fine delle stagioni nazionali e l’inizio delle competizioni UEFA. L’aggiunta di partite e viaggi intercontinentali, secondo i medici sportivi, potrebbe aumentare sensibilmente il rischio di infortuni per i top player, molti dei quali impegnati anche in nazionale.

A complicare ulteriormente le cose è stato il caso León/Pachuca: le due squadre messicane, entrambe controllate dal Grupo Pachuca, si contendevano un posto tramite la CONCACAF. La FIFA ha poi escluso León per evitare il conflitto di interessi, ma l’episodio ha riacceso il dibattito su come i modelli di multiproprietà entrino in conflitto con le logiche internazionali.

I premi in palio

Se da un lato la FIFA ha insistito sulla “centralità dei tifosi” e sulla volontà di offrire spettacolo a livello globale, dall’altro ha costruito un impianto economico di grande impatto. Il club vincitore potrà incassare fino a 117 milioni di sterline, secondo quanto riportato da The Times. Una cifra enorme, che testimonia la portata dell’evento e il suo potenziale commerciale, specie sul mercato statunitense.

Non è un caso che il torneo si disputi proprio negli USA, già designati come sede del Mondiale 2026 insieme a Canada e Messico. Il nuovo mondiale per club sarà una sorta di “prova generale”, una vetrina per testare strutture, audience e interesse mediatico verso il calcio d’élite in un mercato storicamente dominato da altri sport.

Calcio globale, identità locali

In definitiva, il torneo rappresenta il tentativo più ambizioso di esportare il modello del grande evento calcistico a livello di club. Una mossa rischiosa, soprattutto se i principali protagonisti – ovvero le squadre più titolate del momento – restano fuori per scelte legate a dinamiche lontane dal campo.

Sarà quindi fondamentale, per la credibilità dell’evento, che le partite siano di alto livello e capaci di coinvolgere davvero tifosi da ogni angolo del pianeta. Per chi vuole seguire i match in tempo reale, oltre alla trasmissione su DAZN, sarà possibile consultare la sezione calcio live dei portali tematici.

Il calcio cambia forma. Resta da capire se questa sarà l’evoluzione giusta o un’altra superlega mancata.

Copyright 2024 © riproduzione riservata Milan News 24 – Registro Stampa Tribunale di Torino n. 48 del 07/09/2021 – Editore e proprietario: Sport Review s.r.l. – PI 11028660014 Sito non ufficiale, non autorizzato o connesso a A.C.Milan S.p.A. Il marchio Milan è di esclusiva proprietà di A.C. Milan S.p.A.