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Crespo ed il paragone cinematografico per spiegare il caso Donnarumma

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In casa Milan si fanno (e si dovranno fare) ancora i conti con il caso Donnarumma, a maggior ragione dopo gli ultimi aggiornamenti

Con puntualità quasi svizzera, nel giorno della partita contro l’Atalanta, qualche giornale ben informato ha voluto esibire novità circa il caso Donnarumma, con documenti che ne attestano lo stato di inquietudine e malessere risalenti a poco più di sei (!) mesi fa. Dopo l’eco mediatica provocata qualche settimana fa da un’altra ‘indiscrezione’, ecco un nuovo motivo di turbamento.

CRESPO SU DONNARUMMA
– Alla luce dei fatti, risulta parecchio anacronistico il fatto che Raiola (o chi per lui) esponga al pubblico ‘linciaggio’ il suo assistito, soprattutto a metà di un’annata non positiva anche per il classe ’99. Come ben sottolineato da Hernan Crespo ai microfoni di ItaSportPress, non è cosa giusta che escano fuori voci di questo tipo, a maggior ragione dopo un contratto firmato qualche mese fa:

«Non so chi ha ragione o torto. La base è questa: il calciatore è una professionista, ci sono momenti in cui comincia la stagione, ovvero in estate, dove o ti alzi e te ne vai oppure resti e se ne riparla l’anno prossimo. Ci sono momenti e momenti, durante la stagione bisogna pensare solo a giocare. Tutte queste voci ci stanno, ma non c’è bisogno che escano fuori. Il termine di paragone è il seguente: non mi interessa quanto guadagna De Niro, io voglio vedere il film. Allo stesso modo non mi interessa quanto guadagna Donnarumma, basta che difenda i miei colori. Non so a cosa serve tutto questo casino qua, nessuna delle parti in causa fa una bella figura».

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