Che fine hanno fatto? La storia dei desaparecidos milanisti PARTE 3 - Milan News 24
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2014

Che fine hanno fatto? La storia dei desaparecidos milanisti PARTE 3

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Negli ultimi dieci anni da Milanello è passata una moltitudine di calciatori. Chi forte, chi scarso, chi per caso e chi per fortuna. E ogni tanto un flashback ci fa chiedere “ma che fine hanno fatto?”. Noi siamo qui per voi, corriamo in vostro soccorso e vi rimettiamo in “contatto mentale” con loro. Ecco una lista di giocatori di cui si sono perse completamente le tracce dalla stagione 2004/2005 ad oggi, i Desaparecidos milanisti. Le informazioni riguardano la carriera di ognuno di loro successiva alla parentesi rossonera.

Dominic Adiyiah: arrivato a Milano come il “nuovo Weah”, l’operazione giovani iniziò con il botto…nel bilancio. L’attaccante sbarbato fu pagato 1,4 milioni di euro dopo aver vinto il Pallone d’Oro del Mondiale Under 20 ma nella casella “presenze in rossonero” risulta un bel zero. Incominciò quindi la girandola dei prestiti con Reggina, Partizan e Kar??yaka. La curiosità tragicomica è che venne sempre rispedito al mittente anzitempo. In un ipotetico film di Maccio Capataonda sarebbe stato il protagonista de “L’uomo che non finiva i prestiti”. Finchè non indossò la maglia dell’Arsenal Kiev, un team dell’est europa che credette in lui e gli affidò l’inamovibilità dalla fascia. Ma la legge di Murphy docet: “Se qualcosa può andar storto, lo farà”. La squadra ucraina, una stagione dopo aver riscattato il suo cartellino dichiarò bancarotta e Dominic detto il “tirchio” decise di rescindere. Dopo sei mesi d’inattività firmò con i kazaki dell’Atyrau un contratto di soli cinque mesi (che scadrà fine dicembre 2014). Quando si dice che “la fiducia è alla base di tutto…”

Taye Taiwo: uno dei tanti “parametro zero” portati da Galliani, mr. “non so crossare, passare, dribblare e stare in campo” difese la fascia sinistra rossonera per ben quattro partite. E come ogni giocatore non titolare del Milan (a prescindere dall’età) venne mandato in prestito a fare “esperienza” (perché cedere e fare cassa è troppo mainstream). Sei mesi di QPR e una stagione alla Dinamo Kiev. Dopo l’ennesimo riscatto non esercitato, la squadra rossonera lo regala al Bursaspor. Leggende metropolitane dicono che percepisca un ingaggio da 4 milioni di euro annui. Vi stavate chiedendo perché il calcio turco non riesca a decollare? Ecco la spiegazione.

Harvey Esajas: venne tesserato dal Milan dopo tre anni d’inattività ed un’esperienza da lavapiatti (dopo il primo ritiro dal calcio giocato) grazie alle pressioni di Seedorf su Adriano Galliani. Il suo minutaggio totale in maglia rossonera corrisponde ai tre minuti finali del ritorno negli ottavi di Coppa Italia. La stagione successiva la trascorse tra Legnano e Lecco accumulando in totale 4 presenze. A fine stagione si ritirerà dal calcio giocato. Le motivazioni che l’hanno portato a questa triste scelta sono sconosciute ai più, ma Harvey rimarrà nel cuore di quei sei tifosi che l’hanno visto “giocare”.

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