"Milan in crisi". Signori era il Manchester United, mica il Porto
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Signori era il Manchester United, mica il Porto

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A poche ore dall’estromissione del Milan dal sogno europeo si parla già di crisi. Signori era lo United, mica il Porto

Quattro titolari assenti, una panchina falcidiata, un gol ingiustamente annullato all’andata, un esterno offensivo adattato a prima punta non saranno sicuramente usati come alibi ma sono fattori bastevoli per estromettere il Milan dal sogno europeo. Una sconfitta che brucia giustamente sulla pelle dei ragazzi di Stefano Pioli che, da netti sfavoriti, hanno giocato alla pari meritando – soprattutto all’andata – il passaggio del turno più dei Red Devils.

Eppure a poche ore dall’eliminazione si parla già di crisi, di ansia Champions e di un Milan che deve guardarsi le spalle in campionato per non tramutare questa stagione in un fallimento. Un fallimento, come se oggi si fosse usciti con il Porto.

Eppure questa banderuola di ragazzini, che ci fregiamo di chiamare Milan vista la maglia che indossano, è la squadra più giovane del campionato italiano e la terza più giovane di tutta l’Europa League. Un gruppo che cresce a vista d’occhio ma appena nato e che deve raccogliere anche il più piccolo briciolo di esperienza da ogni partita, sia da quelle vinte (tante nell’ultimo anno e mezzo) che da quelle perse.

Oggi si esce fuori a testa alta esattamente come entrerà in campo domenica a Firenze, a prescindere da chi ci sarà e chi no. Perché il Milan ha un passato leggendario, un presente dal cuore grande e un futuro ogni giorno più roseo.

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