Milan femminile, Giacinti: «Poker all'Inter? Vi dico cosa mi ha detto Altafini»
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Milan femminile, Giacinti: «Poker all’Inter? Vi dico cosa mi ha detto Altafini»

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Valentina Giacinti, bomber e capitano del Milan femminile, ha rilasciato una lunga dichiarazione. Diversi i temi trattati, ecco le sue parole

Valentina Giacinti, attaccante del Milan femminile, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni del Corriere della Sera, ecco le sue parole:

Sulle parole di Altafini: «Altafini mi ha mandato un messaggio emozionante: “brava Vale, sono felice che tu abbia eguagliato il mio record però ora ne devi fare quattro alla Juve”»

Sulla Juventus: «Eh loro sono più compatte, hanno più esperienza internazionale e nelle gare che contano: è il vecchio blocco del Brescia passato alla Juve e in Nazionale. Ma le parole di Altafini mi motivano a lavorare di più e migliorarmi».

Sulla Champions: «Beh intanto il campionato non è aritmeticamente chiuso. Dobbiamo blindare il secondo posto dalla minaccia del Sassuolo: in Europa io ci voglio andare».

Sul match contro l’Inter: «Sono andata in campo concentrata su me stessa: volevo rispondere a certe critiche. Il primo gol di testa: non esattamente la mia specialità. Poi il rigore. Dopo il terzo ho tolto la maglia e sono rimasta in reggiseno: reazione spontanea e rabbiosa, ma che liberazione. Veronica Boquete si avvicina e mi fa: “guai a te se ti becchi una seconda ammonizione!” Alla quarta rete mi sono detta: è la mia giornata».

Sul fiuto del gol: «Nasco attaccante, fare gol è un istinto innato. Da bambina la mia gioia più grande era centrare il vaso in salotto: i miei mi sgridavano ma io ero felicissima».

Su Inzaghi e i paragoni: «Il mio bomber ideale è Van Basten; l’idolo da ragazzina, nonostante da bergamasca tifassi Atalanta, era Vieri. Oggi dicono, che somiglio un po’ a Morata un po’ a Immobile, un po’ a Inzaghi. Pippo non lo,conosco però mi piacerebbe incontrarlo. Gli chiederei perché esultava in quel modo, sempre rabbioso ma con il sorriso sulle labbra. E poi come faceva a galleggiare sulla linea del fuorigioco: chi guardava? Che punti di riferimento aveva?».

Sui propri punti di riferimento: «Mio papà, che a 5 anni mi portò a San Siro per un Milan-Juve. E la nonna Valeria, 82 anni e in attesa del richiamo del vaccino contro il Covid: ogni domenica a Borgo di Terzo, dove vive, cucina la polenta e si piazza davanti a Sky. Se ho perso, poi, prova a consolarmi: “Vale, su, vincerai la prossima volta…” E io: “Nonna, il calcio non funziona così, abbiamo perso tre punti, macché prossima volta!”».

Sul professionismo: «A me di certo non cambierà la vita: io vivo già da professionista in un club che mi tratta come tale. Spero che cambierà la realtà delle piccole squadre: per crescere come campionato e attirare in Italia i migliori talenti stranieri bisogna alzare il livello, tutte insieme. La svolta sarà mentale: ci sentiremo più valorizzate, più in parità con i maschi».

Sulla Nazionale e quanto è contato qualificarsi ad Euro2022: «Tanto. Il Mondiale ci ha fatto scoprire, in Inghilterra dovremo essere competitive contro le migliori Nazionali d’Europa. Sarà un passaggio fondamentale per lo sviluppo di tutto il movimento».

Su Milan-Juventus a San Siro: «Un’emozione enorme, anche a spalti vuoti: come ho toccato l’erba del Meazza, mi sono tremate le gambe».

Sul gap con la Juventus: «Con Boquete e Hasegawa a centrocampo abbiamo grande qualità. E poi c’è Fifi Jane di Soweto, una bomba di energia: un suo abbraccio ti cambia la giornata».

 

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