Giampaolo "esonera" le sue paure: peccato che ci siano volute 7 gare
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Giampaolo “esonera” le sue paure: peccato che ci siano volute 7 gare

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Giampaolo “esonera” le sue parole salvando il suo posto di lavoro: peccato che ci siano volute sette partite per capirlo

Marco Giampaolo oggi ha vissuto forse una gara spartiacque per la sua esperienza da allenatore del Milan. Una gara a due facce che inizia sulla stessa “atroce” scia delle partite precedenti: una squadra, lenta, macchinosa, prevedibile poggiata su certezze sbagliate come Piatek, Calhanoglu e Suso nocivi anche questa sera.

Questa volta però l’inevitabile diventa evitabile e Giampaolo nella ripresa decide, per la prima volta, il colpo di coda estremo “esonerando” le sue paure e sostituendo proprio due di quei tre “intoccabili” che hanno condizionato gran parte del suo avvio al Milan: Piatek e Calhaoglu.

Il tecnico sceglie di inserire dal primo minuto della ripresa Rafael Leao e Paquetà, due calciatori freschi, “giovani carini e fin troppo inoccupati” per un Milan che stenta a decollare da ormai tanto, tantissimo tempo. Il Diavolo inizia a macinare gioco e grazie ai nuovi (sì proprio quelli che lo stesso Giampaolo teneva in panchina all’inizio) rovescia la gara e il risultato.

La giovane età della squadra continua ad essere croce e delizia per Giampaolo che nonostante il vantaggio si scopre spesso alle pericolose avanzate genoane. Il finale immancabilmente thriller anche questa volta alza il tracciato cardiaco dei tifosi rossoneri con Reina che però riesce a riscattare l’errore del primo tempo respingendo il rigore di Schone.

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