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Processo Milan-Uefa, Fassone: «Chiediamo equità di giudizio. Sul socio… »

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La delegazione del Milan si è presentata questa mattina davanti la Camera Giudicante della Uefa, Marco Fassone e i legali hanno provato ad evitare la massima pena

Questa mattina la delegazione del Milan si è presentata alle ore 9 davanti la Camera Giudicante della Uefa per discutere del Settlement Agreement, l’obiettivo del club è quello di evitare la massima pena, ovvero l’esclusione dalle coppe europee. La delegazione è composta da Marco Fassone, Roberto Cappelli, Fabio Guadagnini, Valentina Montanari e da due legali scelti dal club. Nella memoria difensiva adottata dai rossoneri non c’è il nuovo socio, in quanto non è ancora stato raggiunto nessun accordo per la cessione delle quote.

LE DICHIARAZIONI – Marco Fassone ha parlato ai giornalisti presenti davanti la sede di Nyon. Ecco le sue dichiarazioni: «Non esprimo più sensazioni, abbiamo argomentato le nostre tesi che abbiamo messo per iscritto. E’ stato un bell’incontro durato circa due ore e la sensazione che ho è che almeno siamo stati ascoltati. Quello che noi chiediamo è che il club sia valutato in coerenza con i club che sono stati valutati nell’anno di Fair Play finanziario. I casi sono tanti e variegati e chiediamo di essere valutati allo stesso modo di altri club. Non ci è stato detto quando arriverà la sentenza. Non voglio andare a esprimere giudizi prima. Lasciamo all’Adjudicatory Chamber che è composta da elementi di alto profilo il tempo giusto per valutare il nostro caso oltre a quello che abbiamo espresso verbalmente questa mattina. Eventualmente, la commenteremo dopo. Se la sentenza dovrà essere giudicata da noi troppo penalizzante allora la via del ricorso al TAS di Losanna è sicuramente percorribile. Non posso dire nulla, sono fatti che riguardano l’azionista, come tanti di quelli discussi oggi. Abbiamo scelto una linea composta da fatti certi e non di supposizioni. Speriamo che vengano valutati i fatti e non le congetture. Mirabelli sta lavorando, non sta aspettando le sentenze che al massimo possono modificare il budget che abbiamo. C’è un piano A e un piano B in base a quelle che saranno le sentenze».

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