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Milan, Gattuso: «Abbiamo bisogno di chi sta bene fisicamente, di entusiasmo e di esperienza»

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Gennaro Gattuso, durante la conferenza stampa pre Milan-Bologna, ha toccato diversi argomenti

La sfida di domani sarà importante per il Milan che, dopo i due pareggi consecutivi, vuole tornare a vincere in campionato, la partita di domani vedrà il ritorno di Gattuso a San Siro.

Gennaro Gattuso, in vista della delicata partita di domani, ha parlato così durante la conferenza stampa di oggi. Ecco le sue dichiarazioni:

Il Bologna e Donadoni – «C’è grandissima stima nei confronti di Roberto, è un allenatore preparato. Il Bologna è una squadra difficile da affrontare, dobbiamo stare attenti sulle palle inattive e a campo aperto

L’atteggiamento della squadra – «Domani mi aspetto la rabbia e la voglia perché sappiamo dell’importanza della partita. Nel calcio ci stanno i momenti di difficoltà.»

André Silva e Calhanoglu –  «Qualcuno ha strumentalizzato le mie dichiarazioni su André Silva. Vedo le qualità che ha, in partita si è visto poco, forse per colpa mia e della squadra. Gli chiedo di più perché può fare di più, come tutti i giocatori. Sono andato a vedere quello che hanno fatto i giocatori in carriera. Kalinic è uno che attaccava tanto la profondità, sempre sulla linea di fuorigioco. Kessie uguale. Calhanoglu ha avuto un problema al polpaccio e non l’ho mai allenato. E’ un ragazzo forte, ha fatto grandi cose a Leverkusen. E’ un giocatore back to back. Non è vero che ho detto alla società che André Silva e Calhanoglu devono andare via. Questo è il mio obiettivo. Silva mi piace tantissimo, come Kalinic, Cutrone. Devo metterli nella migliore condizione e farli esprimere al massimo»

L’intensità degli allenamenti paragonata al calcio inglese – «lI calcio inglese è cambiato, a livello tattico ci sono pochi concetti. E’ un tipo di calcio. Se uno vuole giocare a ritmi allenati ti alleni come giochi. Gli spagnoli e gli inglesi non si allenano poco. Si allenano a 1000 all’ora e c’è anche tantissimo recupero. Quando si allenano si allenano sempre ad alta intensità».

I carichi di lavoro e Rijeka-Milan – «Ho scelto di fare un carico importante, ero consapevole che si rischiava di non fare bene, l’avevo contemplato. Se avessimo perso a Benevento nessuno avrebbe parlato della gara col Rijeka. Ho voluto dare minutaggio a chi aveva giocato meno. Al di là della prestazione qualcosa di positivo si è visto, Locatelli ha fatto una buona partita, Calabria per un’ora con una buona gamba. Rischiavamo di non fare benissimo, vediamo se domani i fatti mi daranno ragione».

La difesa a quattro – «E’ il segreto di pulcinella. La società è presente nei miei confronti. C’è un confronto a 360°, bisogna valutare anche le prestazioni che si fanno. La sensazione è che con la difesa a tre i meccanismi non sono perfetti. Ci vuole un po’ di tempo, qualcosa dobbiamo cambiare. Sulla condizione non voglio offendere nessuno, c’è grande rispetto per Vincenzo e il suo staff, ma per giocare in un certo modo bisogna avere una gamba importante, saper scivolare in modo corretto. Tante volte stiamo in tre difensori contro un attaccante, questo non possiamo permettercelo».

La condizione – «Siamo in una società all’avanguardia, ha tutti gli strumenti per quantificare ogni singolo giocatore, che condizione ha e cosa riesce a dare. Ci sono tantissimi strumenti e test di valutazione per ogni atleta. In questo momento non abbiamo la condizione eccezionale della squadra, in 15/20 giorni non possiamo modificare tutto. Ci vuole tempo, un mese, un mese e mezzo. Questo non deve essere un alibi. Di riffa e di raffa dobbiamo cercare i risultati e giocare col coltello tra i denti».

I giocatori e le necessità – «Abbiamo bisogno di chi sta bene fisicamente, di entusiasmo, di esperienza. Abbiamo bisogno di tutti, si gioca ogni tre giorni. I giovani a volte ti portano entusiasmo, i più anziani esperienza, abbiamo bisogno di entrambe le cose».

Le emozioni di San Siro – «L’emozione più importante è riuscire a vincere questa partita, sono concentrato su questa gara. Le emozioni mie passano in secondo piano oggi. Ho giocato tantissimi anni a San Siro, nei momenti no anche io ho beccato qualche fischio. Domani abbiamo bisogno del nostro pubblico, spero non ci sia contestazione. Spero che avremo lo stadio dalla parte nostra, i ragazzi ne hanno bisogno».

Sulle vittorie – «La cosa più importante sono le vittorie per lavorare con più tranquillità. Dobbiamo andare alla ricerca del risultato a tutti i costi, dobbiamo lavorare tanto. E’ fondamentale riuscire a portare qualche vittoria a casa».

Sulla condizione dei giocatori – «Non dev’essere un alibi il fatto che qualche giocatore non si sente benissimo. Dobbiamo metterci una pezze, si può fare tutti insieme. Dobbiamo dare la sensazione di coprire bene il campo, aiutarsi, con la consapevolezza che in questo momento possiamo solo migliorare».

Sull’analogia con la Primavera – «Quest’estate quando ho iniziato a lavorare giocavo a tre, ho lavorato su alcuni concetti, col 4-3-3 facevamo una fatica pazzesca, davamo la sensazione di non essere coperti. La preparazione non serve solo per far correre i calciatori, ma per far capire anche i concetti. Non bisogna prendere decisioni affrettate, bisogna lavorarci sui concetti, non è che si può fare copia/incolla. In questo momento dobbiamo lavorare. In Primavera all’inizio abbiamo fatto fatica, poi con qualche accorgimento la squadra è migliorata. So di non avere pazienza, siamo in difficoltà ma non deve essere un alibi. Devo tirare fuori il massimo da questi ragazzi. Con il tempo miglioreremo su tantissimi aspetti, ma in questo momento non c’è tempo e non c’è pazienza. Perdere con Rijeka mi brucia, il Milan non aveva mai perso contro squadre croate».

Sulla percezione dei giocatori – «I giocatori toccano con mano le difficoltà che provano nei novanta minuti o nell’arco di una partita, in queste partite abbiamo avuto delle difficoltà. E’ bello allenare questa squadra, qualsiasi cosa vanno a proporre, hanno dato sempre grande disponibilità. Non ho visto facce sbalordite, ho vistro grande disponibilità dei ragazzi».

Il modulo che avrebbe scelto se avesse iniziato la stagione – «Secondo me questa squadra può giocare con la difesa a tre, ma deve giocare in modo organizzato, altrimenti diventa una difesa a cinque. I laterali devono uscire con vemenza, invece abbiamo fatto fatica. Difesa a tre o 4-3-3, avrei usato questi moduli».

Su Calhanoglu – «Facciamolo recuperare, sta lavorando tantissimo, sta quattro/cinque ore a Milanello. Può recuperare sette giorni prima. Ha grandissime qualità, se sta bene una collocazione gliela troveremo».

La società – «Parlo tutti i giorni con Mirabelli e Fassone, stasera arriverà Han Li. Sento una società vicina nei miei confronti, c’è un grandissimo rapporto, la sento molto presente».

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