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Milan, da Ibra e Thiago fino a Donnarumma: quando le cessioni sono un disastro

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Le cifre della potenziale trattativa tra Milan e PSG per Donnarumma sono l’ennesima conferma di un grave difetto dei rossoneri

La giornata di ieri ha regalato, paradossalmente, grande serenità a tutto l’ambiente rossonero: se infatti da una parte c’è grande dispiacere per la squalifica dalla prossima Europa League, dall’altra negli uffici di Casa Milan si è tirato un grande sospiro di sollievo per aver finalmente scoperto le carte in tavola, conoscendo chiaramente la propria pena per il triennio di infrazioni precedente. Da quest’anno il Diavolo, con un po’ più di tranquillità e soprattutto di tempo, potrà dare finalmente avvio al periodo di ricostruzione e risanamento dei conti. Un futuro all’insegna dell’oculatezza e dalla misura, che dovrà essere condito principalmente dalla sapiente registrazione di svariate plusvalenza.

PLUSVALENZA, QUESTA SCONOSCIUTA – Ecco, proprio quest’ultimo è il tema più scottante per il Milan. Da queste infatti i rossoneri sono obbligati a prescindere nell’imminente futuro, poiché solo con esse potrà verificarsi una crescita sana e graduale. Ma che rapporto ha il Diavolo con le plusvalenze? Non idilliaco. Per accorgersene basta veramente poco, tipo consultare una qualsiasi tabella e annotarsi le cessioni che hanno messo a punto negli ultimi anni i vari dirigenti che si sono alternati. Ampliare troppo la forbice di tempo adesso rischierebbe di creare troppa confusione, perciò prendiamo come estremo di riferimento l’anno successivo alla vittoria dell’ultimo Scudetto. Anno che, tra l’altro, segnò l’irreversibile caduta del Milan nella mediocrità. Ebbene al termine di quella stagione, conclusasi con la sanguinosissima sconfitta nel duello punto a punto con la Juventus di Conte per la vittoria del titolo, i rossoneri misero a segno una doppia cessione da vero e proprio film horror. A quei tempi il duo Berlusconi-Galliani aveva appena chiuso i rubinetti delle risorse economiche, sancendo di fatto un declino inesorabile.

LE CESSIONI HORROR – In una qualunque giornata di luglio i tifosi rossoneri si svegliarono con la notizia dell’improvvisa cessione dei due pezzi più pregiati della rosa, ovvero Ibrahimovic e Thiago Silva. Le cifre? Ridicole. Il miglior difensore del momento e uno degli attaccanti più decisivi e dominanti sulla piazza venduti per la complessiva somma di 60 milioni. Simbolo di come ad aver dominato nella trattativa fu la fretta del Milan di incassare denaro per far respirare i conti, già all’epoca rossissimi. Di lì in avanti, oltre che un miserabile regresso sportivo, di tutti i dirigenti che si sono alternati a Casa Milan, da Galliani a Fassone, da Mirabelli a Leonardo, nessuno è mai riuscito a restituire una dignità alle operazioni in uscita.

I nomi sono veramente tanti, ed elencarli tutti è veramente difficile. Il problema principale è che il Milan ha spesso e volentieri stra pagato determinati “talenti”, che puntualmente in rossonero hanno dato avvio alla propria parabola discendente, con i vertici del club che non sono quasi mai riusciti a ricavare da essi cessioni degne di nota. Vi ricordate i 20 milioni spesi per Bertolacci? Oggi il centrocampista si svincola gratis e abbandona il proprio armadietto di Milanello lasciando solamente l’impronta negli uffici di via Aldo Rossi di un’operazione economica sanguinosa. Per non parlare dei vari Bacca, Luiz Adriano e Gustavo Gomez: tutti calciatori stra-pagati e poi regalati qualche anno dopo.

Quando però la cessione è un concorso di colpe tra la società e il giocatore (colpevole di aver effettivamente deluso lui per primo le aspettative), allora la responsabilità è parziale. Quando però in casa hai un talento straordinario e le cifre a cui lo negozi con l’offerente sono irrisorie, allora è la conferma che qualcosa non funzioni correttamente.

GIGIO AL PSG? UN DISASTRO PREANNUNCIATO – Stiamo ovviamente parlando di Donnarumma. Gigio, oltre che essere un cuore rossonero, è anche una delle più grandi promesse del calcio mondiale: a soli 20 anni ha già collezionato oltre 180 presenze con la maglia del Milan e, in proporzione all’età, è sicuramente tra i migliori nel suo ruolo a livello mondiale. La realtà purtroppo è molto meno romantica dei viaggi mentali e obbliga quindi i rossoneri a dover vendere il numero 99, poiché rappresenterebbe per le casse ossigeno puro (vista la plusvalenza totale che verrebbe registrata). Fino a qui è tutto tollerabile. Tutti passaggi obbligati. Quando poi però scopriamo che il PSG, club interessato a Donnarumma, tratta con il Milan a cifre irrisorie, capiamo immediatamente che purtroppo stiamo rischiando di cascarci nuovamente, proprio come con Ibra e Thiago Silva (guarda caso la squadra è la stessa).

L’offerta dei francesi consisterebbe in 20 milioni cash più l’inserimento di Areola come contropartita. Inutile commentarla. Oggi il Diavolo ha un po’ più di tranquillità, vista la sentenza del TAS e quindi potrà permettersi di trattare con maggiore calma e con più voce in capitolo. La sensazione però è che Gigio lascerà la sua amata squadra per una cifra che sarà comunque drammaticamente bassa. In Europa i prezzi sono sempre più malati, le clausole sempre più gonfie. Il Milan invece cederà Donnarumma ad una cifra che, bene che vada, si aggirerà intorno ai 50 milioni di euro. Ancora una volta a vincere sarà la fretta.

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