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“Essere proprietario del Milan è la cosa più difficile che abbia mai fatto”: perché Cardinale lo dice adesso

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Gerry Cardinale ha definito la proprietà del Milan “la cosa più difficile che abbia mai fatto”. Non è stato un modo per lamentarsi, ma più un tentativo per far capire quanto sia complesso il progetto a cui sta lavorando. Cosa si nasconde dietro questa frase?

Come prima cosa, è bene chiarire che l’affermazione di Cardinale è dovuta al fatto che le ultime tre stagioni sono state vissute tra rilanci e scosse. Tra il cambio in panchina, la ricalibrazione della rosa, gli investimenti su misura e un lavoro sul brand globale, c’è stato davvero tanto da fare. La difficoltà, però, non contraddice l’ambizione, anzi. Rientra nella logica di costruire un club stabile e competitivo nel lungo termine, in un calcio europeo dove la concorrenza è spinta dai capitali sovrani e dai ricavi di livello Premier.

Bilanci in ordine: ricavi record e utile ridotto ma costante

Nel 2024/25 il Milan ha avuto dei ricavi record intorno ai 495 milioni di euro e un utile netto di circa 3 milioni. È il terzo esercizio consecutivo in positivo, dopo il leggero utile degli anni precedenti. Questi numeri raccontano che il club è più efficiente.

Per quanto riguarda il lato commerciale, l’estensione con Emirates consolida la principale partnership di maglia. Le prevede una valorizzazione della sponsorship nell’ordine dei 30-35 milioni annui a regime, con un incremento della base fissa rispetto al precedente accordo. È un tassello chiave per avvicinare i benchmark europei.

Campo e classifica e mercato: progetto tecnico in assestamento

Dopo il passaggio lampo di Paulo Fonseca (giugno-dicembre 2024) e l’arrivo di Sérgio Conceição a fine 2024, il Milan ha rimesso in carreggiata i risultati nella seconda metà della scorsa stagione e ha avviato il 2025/26 con l’intenzione di arrivare al vertice.

Anche le presenze allo stadio raccontano un asset solido. Nell’ultima stagione completa il Milan ha avuto più di 71 mila spettatori medi a San Siro, fra i top in Europa. Un potenziale importantissimo, oggi limitato dai vincoli strutturali dell’impianto.

Il Milan è stato il club che ha investito di più in Serie A (circa 164 milioni), ma con delle cessioni importanti ha chiuso la finestra con un saldo vicino allo zero o addirittura positivo secondo alcune rilevazioni. È il tipo di equilibrio che un proprietario definisce difficile: costruire una rosa profonda senza sforare. Sul piano tecnico, l’ossatura intorno ai leader (Leão, Pulisic, Maignan) è stata rinforzata con dei profili pronti, certo bisogna accettare un po’ di turnover.

Lo snodo stadio: da San Donato al nuovo San Siro

Il capitolo più strategico riguarda l’impianto. Dopo mesi di esplorazioni sull’area San Donato, gli ultimi passi istituzionali spingono verso una soluzione sull’area di San Siro, con l’acquisto del compendio da parte del Milan e dell’Inter e un piano che prevede la demolizione e la ricostruzione di un nuovo stadio condiviso. La Giunta di Milano ha approvato lo schema di convenzione per la vendita del sito. L’avvio dei lavori è previsto per il 2027 e, se tutto va bene, l’apertura sarà nel 2030-31.

Perché è importante? Perché uno stadio moderno può portare 100-150 milioni annui di ricavi extra nel medio periodo e questo permetterebbe di ridurre il gap con la Premier League e con la Liga.

Quote e scommesse: come il progetto muove i numeri

Un club che comunica ricavi in crescita, sponsorship in rafforzamento e stadio in pipeline tende a vedere una riduzione della volatilità sulle quote antepost (Scudetto/Top 4) e una correzione più rapida dopo gli shock negativi.

I report degli ultimi mesi sui ricavi record e sui rinnovi commerciali hanno avuto un effetto sulle valutazioni pre-partita del Milan contro le avversarie di pari livello, con spread che si stringono quando l’outlook resta positivo nonostante qualche risultato altalenante. Anche gli osservatori che confrontano i pronostici sulle migliori piattaforme di scommesse straniere notano come, nelle settimane dove le notizie sulla società sono state favorevoli, le quote del Milan hanno mostrato delle probabilità leggermente più alte, a parità di condizione atletica.

Il presente sportivo: segnali di stabilità competitiva

Il Milan ha già mostrato in più partite di essere una squadra matura ed è evidente che ha un’identità solida, come richiesto da Conceição. I margini di crescita, a questo punto, dipendono dalla capacità di consolidare la fase di non possesso contro gli avversari in alto nella classifica e di alzare la produzione offensiva contro i blocchi bassi. Con una corsa scudetto che, a fine ottobre, vede quattro squadre in pochi punti, la continuità fra novembre e gennaio farà da spartiacque.

L’affermazione di Cardinale ha un sottotesto che dovremmo leggere per comprendere meglio cosa sta succedendo all’interno del Milan. Aumentare i ricavi strutturali (stadio, corporate, media), preservare l’equilibrio economico e tenere il club stabilmente in top 4 non è affatto semplice. Gli step che sono stati presi, come il rinnovo di maglia, il percorso istituzionale sul nuovo impianto e la gestione attiva della rosa, vanno in quella direzione. Se il calendario dei lavori su San Siro verrà rispettato, l’effetto-leva sul matchday potrebbe allineare il Milan alla fascia alta europea entro il prossimo ciclo.

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