ESCLUSIVA MN24 - Molmenti:«Da Elliott a Pobega: come vedo il Milan»
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ESCLUSIVA MN24 – Molmenti: «Pobega, Elliot, Maldini: come vedo il Milan»

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Intervista esclusiva ai microfoni di Milannews24 con Daniele Molmenti, storico ex campione olimpico e cuore rossonero: ecco come vede il Milan

Ai microfoni di Milannews24, Daniele Molmenti, storico ex campione canoista e medaglia d’oro ai Giochi Olimpici di Londra 2012 e grande tifoso rossonero, ha esternato i propri pensieri riguardo vicende di stretta attualità in casa del diavolo. Ecco le sue dichiarazioni:

Signor Molmenti, viviamo un momento particolare, in cui la salute ha la priorità sullo sport: come sta affrontando questa quarantena?

«Dopo qualche giorno in cui abbiamo potuto continuare gli allenamenti della squadra olimpica, allo spostamento di Tokyo2020, ho deciso di sospendere il collegiale e, da quel momento, siamo tutti rientrati in casa propria, dove diligentemente seguiamo le indicazioni dei decreti. Passo il tempo a riprogrammare la stagione ipotizzando una data di rientro e riguardo i video delle gare passate per trovare spunti tecnici per far migliorare i miei ragazzi».

Lei è direttore tecnico della nazionale canoista, dal 2017: se ricoprisse un ruolo così importante in ambito calcistico, quale consiglio si sentirebbe di fornire ai propri atleti? Interrompere definitivamente i campionati, o riprendere, nonostante le difficoltà? 

«Da tecnico e quindi anche in qualche modo educatore, devo far rispettare le norme quindi è giusto che tutti stiano a casa, aspettando direttive dall’alto.
Fossi però io a fornire quelle direttive, farei una valutazione molto ampia sull’interesse pubblico e i valori dello sport: di certo occupare il tempo delle persone facendole divertire con il calcio alla tv è molto positivo e isolare tutti i giocatori tra loro, monitorati da medici e farli giocare a porte chiuse, non è poi così costoso. Tuttavia, il gioco sarebbe falsato per la mancanza di un elemento importante del calcio: il tifo. Quindi è una scelta difficile in cui  regnano molti interessi per molti stakeholder diversi, bisognerebbe fare delle previsioni e valutare tutte le criticità ricordando che lo sport è salute, prima del gioco».

In una recente foto postata su Instagram, indossa una maglia del Pordenone, squadra della sua città, della quale è tifoso: a proposito di Pobega, ritiene sia pronto per il grande salto in serie A, in una realtà come quella del Milan? 

«Tommaso è un grande giocatore e so che è in scadenza. Leggo che lo stanno guardando altre squadre, quindi sicuramente non sono il solo a dire che ha già i numeri da serie A. E’ cresciuto molto negli ultimi anni e sta facendo buone cose per il gioco del Pordenone. Non ho competenze per capire se gioverebbe al Milan, quindi per ora direi che può rimanere e riconfermarsi coi neroverdi: magari in A ci va proprio con loro!».

Si è sempre professato grande tifoso rossonero: in una recente intervista, ha addirittura confermato di essere stato iscritto prima al Milan Club, che all’anagrafe, a poche ore dalla Sua nascita. Approva la politica Elliot? Quale pensa possa essere il futuro di Maldini, suo grande idolo, nei quadri dirigenziali? 

«La politica attorno al fondo che ha acquistato il Milan era ed è quella di ricavare una plusvalenza importante vendendo il team tra qualche anno. Da tifoso, da ex-atleta e da manager sportivo, non ho nessun pensiero a favore. Da tifoso perché si sente e si vede che non c’è un interesse dell’anima rossonera, ma per loro è solo un affare finanziario. Da ex-atleta, perché so bene che non basta fare i conti della rosa dei giocatori sulla carta per creare una squadra vincente e affiatata. Da manager sportivo perché lo storico finanziario del Milan è chiaro: senza Fininvest che credeva in un progetto più ampio e l’amore di Berlusconi nel sogno Milan, non avremmo vinto tutte le nostre Coppe. Il calcio ora è diverso, l’economia si crea al di fuori del gioco, vedi la Juventus che con lo stadio di proprietà ha fatto bingo.
Maldini e Boban hanno lavorato per far risparmiare qualche soldo, e va bene, ma un campione come lui con il suo intuito sui giocatori considerati «da Milan», può dare molto di più nell’ambito umano e sportivo, direttamente e per la squadra». 

 

Dal punto di vista del tifoso, sacrificherebbe Donnarumma e Romagnoli in ottica di un mercato economicamente più rilevante?

«Considerando le plusvalenze, economicamente venderli ora sarebbe un bell’affare, ma da tifoso torno all’aspetto umano della squadra, servono i goal e quelli arrivano se l’insieme dei giocatori hanno un’anima sola spinta da una visione chiara e condivisa. Non bastano i soldi per vincere: servono competenze, un progetto chiaro e il tempo per realizzarlo. Ma soprattutto, ci vuole il coraggio di crederci!».

 

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