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Editoriali

Da Gattuso fino al Cholismo: ma giocare bene serve davvero?

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La vittoria di ieri dell’Atletico contro la Juventus ha evidenziato il dominio del Cholismo. E al Milan c’è chi critica Gattuso

Chi dopo ieri sera non è uscito esaltato dall’Atletico Madrid di Simeone? La risposta già la sappiamo: nessuno. Sfidiamo chiunque infatti a sostenere il contrario. E soprattutto ci chiediamo: c’è ancora qualcuno che ha il coraggio di dire che il Cholismo è noioso? La gara di ieri sera, terminata con la netta e indiscutibile vittoria dei colchoneros per 2-0 sulla Juventus, ha messo nero su bianco il dominio della filosofia del tecnico argentino in Europa.

LA VITTORIA DEL CHOLISMO – Per anni ne sono state dette di ogni: che il Cholismo è noioso, antiestetico, una terribile riproposta del catenaccio all’italiana. Ciò che però è sempre sfuggito è la realtà dei fatti: Simeone con le sue idee ha portato 7 trofei in 8 anni all’Atletico Madrid e le chiacchiere stanno a zero. L’armata spagnola si muove con una tale grinta, organizzazione, con una inverosimile intensità difensiva che risultano tutt’altro che noiose. Il 4-4-2 classico con cui il club madrileno si è schierato ieri è la totale incarnazione di un complesso organizzativo che sfiora la perfezione. Un pressing che parte subito, dall’attacco, da Griezmann e Diego Costa e che poi si sviluppa sulle ali, su Koke e Saul, per poi trovare la più solida opposizione nella retroguardia saggiamente capitanata dal maestro Godin. L’Atletico ti aspetta, ti fa giocare male, ti offusca le idee, ti asfissia e poi ti colpisce fulmineamente. La manovra viene completamente messa da parte: ciò che conta è l’intensità e la velocità di esecuzione. Poco importa poi se i gol sono il risultato di azioni sporche, di palle inattive piuttosto che il risultato di estenuanti possessi palla.

C’E’ CHI CRITICA GATTUSO – In Italia, così come nel resto dell’europa, ci siamo fatti abbagliare in questi anni da tipi di gioco più estetici, apprezzabili e spettacolari: ma siamo veramente sicuri che siano efficaci fino in fondo? Al Milan c’è chi ancora, nonostante gli ottimi recenti risultati, ha il coraggio di criticare Gattuso, che propone una sorta di Cholismo 2.0, con meno intensità e più estetica. Se diamo uno sguardo alla disposizione tattica del Milan, vediamo che il 4-3-3 che Ringhio mette giù altro non è che un perenne 4-4-2, con gli esterni Suso e Calhanoglu in costante aiuto e ripiegamento in fase difensiva. Un complesso unico, dagli esterni, ai mostri Bakayoko e Kessiè, passando per Calabria e Rodriguez: la fase passiva del Diavolo ha raggiunto vette che sanno quasi di perfezione.

GIOCARE BENE SERVE VERAMENTE? – Non è un caso infatti che oggi Gattuso abbia tessuto diverse lodi nei confronti del Cholismo e di Simeone: «L’Atletico è una squadra che difende in maniera incredibile e che quando riparte sa giocare a calcio benissimo. Simeone è riuscito a far rendere la propria squadra in maniera incredibile, c’è un numero impressionante: 400 partite e 200 e passe clean sheet, non è un caso. Quando si parla di Cholismo non bisogna soffermarsi solo sulla fase difensiva ma anche su come attacca. E’ una formazione che sa giocare in due modi diversi quando è in possesso di palla e quando invece difende», lasciando intendere tutte le similitudini con il gioco che attualmente il tecnico calabrese sta proponendo al Milan. Vedremo se alla luce di questi risultati, la critica e i tifosi continueranno a condannare un metodo di gioco che, anno dopo anno, si sta confermando essere in assoluto uno dei più vincenti. Siamo sicuramente tutti rimasti abbagliati dal tiki taka di Guardiola, dal Sarrismo o dal calcio pazzesco di Klopp. Ma quando si parla di concretezza, trofei e vittorie che pesano, qual è l’arma veramente migliore?.

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