Caldara: «Il mio primo infortunio? Fu la prima vera botta mentale»
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Caldara: «Il mio primo infortunio? Fu la prima vera botta mentale»

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Mattia Caldara

Mattia Caldara ha scritto una lettera a Cronache di Spogliatoio ricordando il giorno della presentazione al Milan

Mattia Caldara si racconta scrivendo una lettera a Cronache di Spogliatoio, ecco le sue parole sul suo primo infortunio in rossonero:

INFORTUNIO – «C’è allenamento, durante uno scatto sento un dolore lancinante al tallone. Penso: «Chi diavolo mi ha colpito?». Mi volto, ma c’è solo Patrick Cutrone a due metri di distanza. «Come ha fatto a prendermi!?», non capisco. E invece realizzo che no, non è stato nessuno. Il mio tendine d’Achille aveva ceduto. Non avevo sensazioni pregresse, fastidi, dolore. Quella è stata la prima, vera botta mentale. Ho compreso che non sarebbe stata una cosa da poco. Non sapevano se operarmi, erano giorni confusi e io ero in balia di tanti punti interrogativi. Il tendine era ancora attaccato al 10%, volai in Finlandia dal prof Orava che mi consigliò di non operarmi. Così sono stato 50 giorni con il gesso: fermo, immobile, senza poter fare niente. Privato per la prima volta di giocare a calcio. E per noi calciatori, il calcio è la vita. Un primo blackout. Mi misi l’anima in pace: non c’era niente da fare».

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