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I 10 gol più iconici del Milan (e perché potremmo vederne un altro nel 2025/26)

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Gambe che calciano scaled

Dalla palombella di Savićević a Istanbul, al rigore di Shevchenko a Manchester e al coast-to-coast di Theo contro l’Atalanta: ripercorriamo le dieci reti che hanno definito l’identità del Milan. Con Allegri di nuovo in panchina, il 2025/26 ci regalerà un’altra istantanea da tramandare?

Il Milan è la squadra italiana con più Coppe dei Campioni/Champions League (7), dentro un palmarès di 50 trofei ufficiali: 19 scudetti, 5 Coppe Italia, 8 Supercoppe Italiane, 5 Supercoppe Europee, 2 Coppe delle Coppe, 3 Intercontinentali e 1 Mondiale per Club.

Dopo un 2024/25 complicato (ottavo posto in Serie A e cambio tecnico), il club ha richiamato Massimiliano Allegri: operazione di reset confermata anche dalla nomina di Igli Tare come direttore sportivo.

Gol, ricordi e scommesse: perché quelle reti contano anche oggi

Il calcio vive di emozioni e di probabilità. Per molti tifosi, la partita non finisce con il triplice fischio. I pronostici, le quote live e gli expected goals diventano una seconda lettura del match. Le piattaforme di scommesse online, come 1Bet, hanno inserito nel rito della partita gli indicatori e le statistiche in tempo reale che aiutano a misurare ciò che l’occhio vede, senza sostituirsi al piacere del racconto sportivo. L’iconicità di un gol, però, sfugge alle percentuali: nasce nel peso del momento, nella qualità del gesto e in ciò che cambia dopo quella rete.

I 10 gol più iconici del Milan

  1. José Altafini, Milan-Benfica 2-1 (finale Coppa dei Campioni 1963, Wembley)
    La doppietta che consegna la prima Coppa dei Campioni ai rossoneri. Iconico il gol-partita: controllo, freddezza e storia scritta.
  2. Pierino Prati, Milan-Ajax 4-1 (finale 1969, Bernabéu)
    Prati firma l’unica tripletta mai più eguagliata in una finale di Coppa dei Campioni/Champions: una serata-manifesto del calcio di Rocco.
  3. Marco van Basten, Milan-IFK Göteborg 4-0 (fase a gironi 1992)
    La rovesciata “da cartolina” in un poker personale: coordinazione perfetta e senso della porta assoluto. Uno dei gol simbolo dell’era Sacchi-Capello.
  4. Dejan Savićević, Milan-Barcellona 4-0 (finale Champions 1994, Atene)
    Palombella geniale da posizione defilata: lettura, tecnica e coraggio. È la fotografia di una finale dominata.
  5. Paolo Maldini, Milan-Liverpool 3-3 (finale 2005, Istanbul)
    Record assoluto: il capitano segna dopo 52 secondi, la rete più rapida in una finale di Champions. Un lampo che ancora oggi regge ogni confronto statistico.
  6. Kaká, Man United-Milan 3-2 (semifinale 2007, Old Trafford)
    Controllo, tocco di testa in corsa, Evra e Heinze che si scontrano e piatto sul secondo palo: un’azione che unisce eleganza e velocità di pensiero.
  7. Filippo Inzaghi (secondo gol), Milan-Liverpool 2-1 (finale 2007, Atene)
    L’attacco alla profondità sul filtrante di Kaká, tocco a eludere Reina e palla in rete: la firma che chiude il cerchio della rivincita di Atene.
  8. George Weah, Milan-Verona 4-1 (Serie A, 8 settembre 1996)
    Dall’area rossonera alla porta avversaria palla al piede: potenza e controllo in 80 metri. Un gol che ha ridefinito l’idea di “oast-to-coast.
  9. Olivier Giroud (doppietta lampo), Inter-Milan 1-2 (Serie A, 5 febbraio 2022)
    Due gol in tre minuti ribaltano il derby e, di fatto, il tricolore del 2021/22. Un turning point che lancia la corsa allo scudetto.
  10. Theo Hernández, Milan-Atalanta 2-0 (Serie A, 15 maggio 2022)
    Ripartenza dal proprio lato corto, campo aperto e diagonale vincente: un coast-to-coast moderno, simbolo della squadra che chiude il cerchio dello scudetto.

Cosa rende iconico un gol rossonero

  • Contesto: finale, derby, sfida-spartiacque di una stagione. L’iconicità cresce con la posta in gioco (Atene 1994 e 2007 su tutte).
  • Gestualità: un tocco che racconta la squadra e il suo tempo. La rovesciata di Van Basten o la giocata di Kaká descrivono degli stili calcistici oltre l’azione singola.
  • Eredità: il record di Maldini, unico nel suo genere, vive ben oltre il 2005. E anche quando i record cambiano, certi gol restano.

Questi tre elementi tengono insieme il passato e il presente. Il Milan è una storia di risultati (7 Champions) e di momenti che quel numero lo spiegano meglio di qualsiasi grafico.

Ci sarà un altro gol iconico nel 2025/26?

La risposta breve è: sì, ci sono le condizioni. Ecco tre indizi:

  1. Nuovo corso tecnico: Allegri è tornato con l’obiettivo dichiarato di rimettere ordine, pragmatismo e solidità. Sulla carta, significa più partite punto a punto in cui un episodio, il gol giusto al momento giusto, pesa di più. La scelta di Tare come DS va nella direzione di un progetto con identità forte anche sul mercato.
  2. Protagonisti plausibili: nel 2024/25 Christian Pulisic è stato il miglior marcatore stagionale del Milan (17 reti), segnale di leadership offensiva. Accanto a lui, Rafael Leão ha il profilo da azione memorabile per strappi e 1-contro-1; e i terzini di spinta continuano a generare situazioni da highlight, come insegna la storia recente di Theo.
  3. Contesto competitivo: l’inizio di campionato vede il Milan a metà classifica. Questo, paradossalmente, aumenta le partite sliding door: derby, scontri diretti per l’Europa, quarti di Coppa Italia. È lì che nascono i gol che ricordiamo.

Sul palcoscenico europeo, il baricentro delle notti storiche si è appena spostato con il 5-0 del PSG all’Inter: un promemoria che i grandi racconti si scrivono anche oggi, non solo ieri. Per il Milan, l’occasione arriverà se trasformerà le partite importanti in finali interne.

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