Serafini ha parlato così in esclusiva del Milan di Allegri
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Serafini: «Il lavoro di Allegri è straordinario, vi spiego perché. Problema attaccante? Per non fare un salto nel vuoto bisogna prendere lui…» – ESCLUSIVA

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Serafini, noto giornalista, ha parlato in esclusiva sul momento del Milan, la corsa Scudetto e le necessità, sul mercato, dei rossoneri

Intervistato in esclusiva a Milannews24, Luca Serafini ha parlato così del Milan di Massimiliano Allegri, delle necessità dei rossoneri e della corsa Scudetto con Inter e Napoli. Ma non solo, poiché il giornalista ha analizzato anche l’Italia di Gattuso in vista dei Playoff Mondiali. Ecco, di seguito, tutte le sue dichiarazioni.

Si preannuncia una lotta Scudetto a “tre corsie” tra Milan, Napoli e Inter. Come la vedi e quali sono le tue previsioni?

«Vedo che il gap tecnico, presunto, tra Inter e Napoli da una parte, che hanno una rosa più profonda e più qualitativa, e il Milan può essere colmato da due fattori: l’integrità dei giocatori chiave e più importanti di Allegri e il giocare una volta alla settimana che, ovviamente, per i milanisti è una mortificazione. Però è indiscutibile che Inter e Napoli, col passare delle settimane, arrivando in primavera, avranno un dispendio di energie psicofisiche notevoli. Quindi questi due fattori sono decisivi per far sì che il Milan possa rimanere agganciato al gruppetto delle prime tre».

Che sensazioni ti dà questo Milan di Allegri? Può cadere alle prime vere difficoltà?

«Il Milan in campionato, fino ad adesso, ha perso una sola partita, alla prima, ha pareggiato due partite di fila e poi si è ripreso. Ha perso in Coppa Italia contro la Lazio ma ha vinto bene quella dopo con il Torino. Ci sono dei momenti negativi per tutti: ce l’avrà l’Inter e ce l’avrà il Napoli. Il fattore principale è il lavoro straordinario che ha fatto Allegri: ha iniziato a lavorare quest’estate con un gruppo profondamente disomogeneo, ricco in certi ruoli e scevro in altri. Ha dovuto inventarsi un sistema di gioco a seconda delle caratteristiche di quelli che aveva a disposizione, adattando qualcuno, in primis Leao, a posizioni nuove e diverse da quelle canoniche. Poi ha ricompattato lo spirito di squadra, che era stata la grande arma di Pioli, riportando a ciascuno le proprie responsabilità. In questa direzione sicuramente l’apporto di Modric, e poi di Rabiot, è stato fondamentale come lo sono stati Giroud e Kjaer, per non parlare di Ibrahimovic, che costituiscono un modello più che un esempio. Infine ha ridato una compattezza tattica che non vedevamo dall’epoca dello Scudetto di Pioli e dei due secondi posti. Organizzazione di gioco: vuol dire che ciascuno aiuta il prossimo, che la fase difensiva è realmente partecipata da tutti. E guarda caso con gli stessi tre difensori con cui l’anno scorso avevan preso 70 gol, fra campionato e coppe, quest’anno è tra le difese meno battute. Poi dal punto di vista mentale il problema non è come reagire dopo due sconfitte o due pareggi, ma cercare di non iniziare le partite con le squadre di seconda fascia con l’illusione che tutto sia facile».

Hai parlato della difesa, ma tu chi sceglieresti tra Sergio Ramos e Thiago Silva per migliorare il reparto arretrato dei rossoneri?

«Nessuno dei due. Credo che abbiano fatto il loro tempo. Il Milan, in questo momento, ha Gabbia, che mi sembra molto carismatico anche con i compagni. Ha Tomori, che ha ritrovato lucidità anche se ogni tanto ha qualche blackout ma non esiste un difensore che ogni tanto non ce l’abbia. Ha soprattutto Pavlovic, che dà una presenza in campo notevole sia in fase difensiva che in quella offensiva. Non andrei a prendere giocatori come Sergio Ramos o Thiago Silva, ti danno una mano da gennaio a giugno ma non risolvono il problema a lunga distanza. Lo stesso discorso vale anche per Lewandowski in attacco. Se tu pensi di poter vincere subito e che questi giocatori ti diano una mano a prezzi accessibili va bene. Però il Milan ha bisogno di un centravanti e di un paio di difensori affidabili, non del quarantenne o dell’ultra quarantenne».

Serafini consiglia: «Milan, prendi Zirkzee»

Citando Lewandowski, secondo te qual è l’attaccante migliore per il Milan in questo momento?

«Purtroppo il mercato di gennaio non offre chissà che cosa. La miglior soluzione, per me, sarebbe Zirkzee, però quello del Bologna. I mezzi tecnici ce li ha, poi Manchester è diventato un tritacarne, perché negli ultimi anni sta facendo fuori quelli bravi e quelli meno bravi. Ma non è detto che uno che non sta riuscendo a inserirsi lì a Manchester non riesca a tornare sui suoi livelli tornando in Italia. Basta vedere Hojlund. Zirkzee è in cima alla lista, ma non credo, purtroppo, che il Milan farà sul serio per lui. Si parla anche di Fullkrug che è un giocatore che andrebbe un po’ scoperto. Poi il campionato italiano è particolarmente difficile, guarda David o Openda, che sono stati due calciatori a lungo in orbita Milan, e le difficoltà che stanno riscontrando alla Juventus. Ecco perché insisto su Zirkzee, perché conosce già la Serie A e non sarebbe un salto nel vuoto».

Concludiamo con un parere sull’Italia di Gattuso in vista dei PlayOff Mondiali:

«Quando parlo di Rino non sono mai troppo obiettivo perché il rapporto personale con lui è talmente forte, e talmente lontano nel tempo, che mi fa essere poco oggettivo. Conto molto sul fatto che lui, avendo a che fare con una federazione e non un club, abbia un equilibrio nella gestione dei rapporti diverso da quello che ha avuto fino ad oggi. Perché non è possibile lavorare continuando a sbattere le porte e andarsene via arrabbiato. Adesso le federazioni sono strutturate in maniera diversa e mi sembra che con i giocatori abbia instaurato un bel rapporto. Anche perché lui, dal punto di vista umano, è sicuramente una persona eccezionale. Ha delle idee da allenatore, come quella di giocare con due centravanti, che sono soluzioni percorribili. I Playoff sono assolutamente alla portata della Nazionale. Ci vorrà abnegazione, impegno, attenzione, ma dal punto di vista tecnico non possiamo pensare di andare fuori con gli avversari che ci sono capitati. In più avremo anche l’ipotesi di capitare in un girone alla portata dell’Italia. Potrebbe essere un cammino sorprendente, non penso a una Nazionale fuori dal Mondiale per la terza volta consecutiva».

Si ringrazia Luca Serafini per la disponibilità dimostrata in questa intervista

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