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Piatek, nessun caso: è solo calcio estivo
Piatek osservato speciale contro il Benfica ma anche contro il Bayern, due gare dove l’attaccante si è visto poco e il Milan ha perso
Piatek sotto la lente d’ingrandimento, il calcio estivo oggi fa anche questo, due gare senza segnare (in amichevoli di dubbia importanza) e prime preoccupazioni con tanto di memoria corta su quanto fatto dall’attaccante polacco nella passata stagione. Nei giorni scorsi, Sergio Brio, ricordava di quanto fosse differente la preparazione precampionato ai suoi tempi: le squadre si allenavano intensamente per due settimane almeno, concentrandosi solo sul potenziamento, senza pensare ad amichevoli da disputare nell’immediato o a trasferte snervanti.
LE PRIME AVVISAGLIE- Secondo quanto riportato da Tuttosport nella giornata odierna, da Piatek arriverebbero le prime avvisaglie di una difficoltà che probabilmente avevamo già visto alla fine della passata stagione: “Giampaolo vede crescere il gioco, ma Piatek stenta”. Questo il titolo che utilizza al suo interno Tuttosport per parlare del Milan appunto. Due sconfitte negli Stati Uniti, ma tanti segnali incoraggianti per il tecnico che dopo il Benfica si è detto entusiasta per l’idea di gioco della squadra e “indifferente” al risultato. Ora il tecnico dovrà inserire i nuovi acquisti Leao e Duarte e gestire Andrè Silva per capire chi sarà il prossimo titolare, nel caso in cui il connazionale dovesse rimanere.
LA MALEDIZIONE DEL 9- Il giornale invece torna sulla “maledizione” del 9: Venticinque gol in otto anni. No, non è lo score di una centravanti di scorta, nemmeno quello di un buon centrocampista. Sono i goal totali segnati dai numeri 9 del Milan dall’addio di Inzaghi, come sottolineato dal quotidiano. Pato, Matri, Torres, Destro, Luiz Adriano, Lapadula, Silva e Higuain: Negli ultimi 30 anni, solo una volta chi indossava la 9 del Milan ha superato quota 20 in campionato, ovvero Van Basten con 25 reti nel ’91-’92.
BUONO L’ATTEGGIAMENTO IN CAMPO- «Mi è piaciuto lo spirito, la squadra non è stata attendista, non ha corso all’indietro ma ha corso in avanti, poi ci sono stati momenti in cui bisognava correre indietro…poi lì si attivano anche altre situazioni, dobbiamo abituarci a vedere una squadra che non difende con undici giocatori nella propria metà campo e quindi fai grande densità ma un’idea di difender di là ma poi può capitare che sbagli anche qualche aggressione e devi tornare indietro». Così Giampaolo al termine della gara con il Benfica.
CI VUOLE TEMPO- Come ricordato da Giampaolo ma anche da Krunic, ci vuole tempo per capire e comprendere le idee di un gioco nuovo e differente da quello della passata stagione. Anche Romagnoli ha sottolineato questo aspetto, a Piatek si chiede molto ma bisogna lasciargli il tempo per ambientarsi nel nuovo modulo, insieme ad una seconda punta e per capire se i centrocampisti disposti a rombo fondamentalmente, possano aiutarlo concretamente, creando il numero occasioni da goal necessario in 90 minuti.