Collovati: «Pioli sta facendo un ottimo lavoro» - ESCLUSIVA
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Collovati: «Pioli sta facendo un ottimo lavoro, è il momento di puntare sui giovani. Obiettivo del Milan? Quarto posto e finale di EL. Sul calciomercato…» – ESCLUSIVA

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Fulvio Collovati, ex calciatore del Milan, ha parlato in esclusiva a Milannews24 analizzando la stagione rossonera: tutte le sue dichiarazioni

L’importanza dei giovani, il futuro di Pioli sulla panchina rossonera, il mercato di gennaio, il problema infortuni e l’analisi del girone d’andata: questi e tanti altri temi sono stati affrontati dall’ex calciatore del Milan Fulvio Collovati in esclusiva per Milannews24.

Il girone d’andata del Milan è stato costellato da critiche, polemiche e infortuni ma alla fine si è concluso con 39 punti. Come lo giudica?

«Faccio una premessa. Ho commentato parecchie partite del Milan e non sono tra quelli che pensano al Pioli out. Non è possibile che se perde una partita sia subito Pioli out mentre se la vince, improvvisamente, diventi il benefattore. Se Pioli ha delle responsabilità le può avere sugli infortuni perché è lui e il suo staff che allenano i giocatori. Due, tre infortuni possono essere una casualità ma se ce ne sono così tanti vuole dire che qualcosa è stato forzato nella preparazione. Con il campionato che stanno facendo l’Inter e la Juve di Allegri penso che Pioli non possa fare più di questo: un terzo posto, con 9 punti di vantaggio sulla quinta e quindi sta facendo un ottimo lavoro. Poi ovvio c’è l’eliminazione dalla Champions e dalla Coppa Italia, ma è successo anche all’Inter e al Napoli. Però, per quanto riguarda il campionato, io lo giudico positivamente».

Tema infortuni: come ha detto Pioli in conferenza stampa la colpa è da attribuire alle troppe partite o vede qualche errore nella preparazione atletica dei rossoneri?

«Questo è l’alibi degli allenatori. Quando perdi, dici che si giocano troppe partite mentre quando vinci nessuno ne parla. Le rose hanno 30 giocatori e gli allenatori si devono rendere conto che devono farli giocare tutti. C’è chi è titolare e chi magari gioca meno ma devono essere comunque impiegati in Coppa Italia o per fare turnover. È un’alibi anche perché tutte le squadre dovrebbero avere 20 infortunati, invece, alcune non ne hanno proprio. È normale che qualche infortunio ci sia, anche ai miei tempi c’erano due, tre infortunati ma averne così tanti vuole dire che qualcosa non ha funzionato».

Infatti i giovani hanno dato una grande mano a Pioli per risolvere quest’emergenza. Lei è cresciuto nel settore giovanile rossonero: ci dica come il club sta gestendo questi ragazzi e come si dovrebbe comportare nel futuro prossimo.

«Io sono fautore dei giovani. Quando si dice della crisi del calcio italiano dobbiamo guardare squadre come la Juventus che per vicissitudini varie e per questioni di bilancio è stata costretta a fare giocare i giovani che in questo momento sono la fortuna dei bianconeri. Il futuro è nelle mani dei giovani e mi stupisco che non si prenda atto di questo. Ormai le squadre italiane non si possono più permettere a bilancio determinati giocatori, è il momento di puntare su questi ragazzi. In difesa per correre ai ripari dopo gli infortuni è arrivato Gabbia e, inoltre, Pioli sta facendo giocare Simic e Jimenez. Ma questi giovani non devono solo rappresentare un rincalzo, un ricambio ma la fortuna del club. Non bisogna ricorrere all’alternativa, a Theo Hernandez messo difensore centrale, ma metterlo dove rende maggiormente e quindi sulla fascia sinistra. I cicli delle grandi squadre si aprono sempre con i giovani».

Qual è il giovane che le è piaciuto maggiormente?

«Jimenez mi è piaciuto ma anche Chaka Traorè che ha segnato contro l’Empoli. Il Milan ne ha di giovani. Penso anche a Gabbia che ha fatto la sua partita contro la Roma».

Come deve intervenire il Milan sul mercato di gennaio?

«I rossoneri hanno avuto anche difficoltà a causa di qualche errore nella sessione estiva dove serviva un rinforzo in attacco. Giroud non è eterno, va per i 38, e quindi forse una punta andava presa. La potrebbero prendere adesso a gennaio anche se sembrerebbe che stiano dando fiducia a Jovic. Se i rossoneri intervenissero sul mercato lo farebbero solo in virtù degli infortuni perché sennò sarebbero apposto così».

Quindi, secondo lei, non servirebbe un altro difensore?

«In difesa hai già preso Gabbia e poi bisogna tenere conto degli infortunati. Ci sono Kalulu, Tomori e Thiaw: se ne prendi un altro, quando rientrano questi tre, cosa fai?»

E sull’affare Buongiorno-Milan?

«Buongiorno potrebbe essere una cosa a giugno, non certamente adesso a gennaio. Ma bisogna vedere se la proprietà è disposta a intervenire».

Il girone di ritorno è partito con una bella vittoria. Con questa squadra, infortuni permettendo, quali sono e quali devono essere gli obiettivi del Milan?

«L’obiettivo è il quarto posto che è un po’ l’obiettivo di tutti, dal Napoli alla Roma. Ma poi alla fine c’è spazio solo per due squadre perché Inter e Juve sono un discorso a parte. Il Milan in questo momento è più avvantaggiata rispetto alle altre e inoltre ha le qualità per arrivare in finale di Europa League».

Tra i giocatori che non hanno rispettato le aspettative di inizio stagione, dopo il rinnovo, c’è Leao. Quale potrebbe essere il motivo di questo momento difficile?

«Il rinnovo dovrebbe essere uno stimolo, per farsi vedere ancora più forte. È giovane, sono momenti che sono capitati anche a me nella carriera. L’ho visto ed è il giocatore che ha più talento. Lo servono sempre perchè è quello che ti inventa la giocata ma essendo giovane deve migliorare la sua continuità, a volte sembra abulico. Non mi sento di metterlo in discussione, deve migliorare in zona gol anche se non è il suo compito. Rafa non sarà mai un capocannoniere da 20 gol. È uno da assist, che inventa. Andare in doppia cifra è chiedergli già troppo».

E poi arriverà giugno… è finito definitivamente il ciclo di Pioli oppure la società analizzerà l’andamento della seconda parte di stagione?

«Secondo me è un po’ come con Mourinho. Mancano tre mesi a fine campionato, non ha senso esonerare. Bisogna aspettare e poi valutare. Così come accadrà con Pioli che in base a quello che farà verrà valutato. Qualcuno a Milano dice già che sarà out ma io aspetterei ad emettere queste sentenze. Come Allegri, che era molto criticato ma senza Pogba e Fagioli, con un squadra di non fuoriclasse, sta facendo davvero bene».

Come post Pioli chi vedrebbe sulla panchina rossonera la prossima stagione?

«Ci sono due allenatori: Conte e Thiago Motta. Il prossimo anno sono in dubbio le panchine di Napoli, Roma, Milan e ci metterei anche quella dell’Inter se non dovessero vincere lo scudetto. Quindi ci sono questi due nomi per quattro, cinque piazze diverse… »

Come è cambiato il ruolo del difensore con il passare degli anni

«Il calcio è cambiato. Quelli che dicono che il calcio è diverso con la costruzione dal basso mi fanno sorridere perché Scirea, Beckenbauer la costruzione dal basso la facevano 50/60 anni fa. Quello che non fanno più oggi i difensori è marcare ed essere attenti come una volta».

Cosa ne pensa della Supercoppa Italiana in Arabia?

«Non sono sempre in sintonia con Sarri ma su questo tema sono d’accordo con lui. Bisognava giocare davanti ai tifosi e non davanti a quelle persone che c’erano ieri allo stadio. Ormai nel calcio conta il portafoglio. In Inghilterra fanno tante competizioni e le giocano sempre nella loro nazione. Portare il calcio in Arabia? Sono 30 anni che lo sento dire ma l’unica cosa che porti è la Supercoppa».

Un pronostico sul campionato?

«Inter, Juve, Milan nelle prime tre posizioni. Poi è una lotta tra Fiorentina, Lazio, Napoli, Roma e Atalanta. Ci sono 5 squadre per un posto perché sono tutte nel giro di pochi punti. Dipenderà tanto dagli scontri diretti ma il Milan, se gioca con equilibrio, può mantenere il terzo posto».

Si ringrazia Fulvio Collovati per la cortesia e la disponibilità dimostrate nel corso di questa intervista

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