Ansa: Serie A, tornano il centravanti e le spese pazze - Milan News 24
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2015

Ansa: Serie A, tornano il centravanti e le spese pazze

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Ecco la nota Ansa relativa all’ormai vicino ‘start’ del nuovo campionato italiano, con tutte le annesse novità sui regolamenti e le alte cifre impegnate dalle italiane sul mercato, da anni una specie di tabù per il calcio nostrano:

“Tornano il centravanti e le spese pazze. Torna la serie A. C’e’ molto di nuovo – e quasi tutto di antico – nel campionato che tra sei giorni ricomincia come un rito mai stanco e scaccia l’estate, anche se parte con i tifosi ancora sotto l’ombrellone. In fondo per ricominciare a vivere i sogni cullati tra luglio e agosto non è necessario chiudere la sdraio. Basta sintonizzarsi su radio e pay tv: apre Verona-Roma sabato alle 18, a seguire Lazio-Bologna in serale. Poi domenica pomeriggio la Juve campione con l’Udinese e tutto il resto in serale. Ed è subito Fiorentina-Milan.

Il tifoso reclama, non c’è più tempo da perdere per capire se quest’estate in cui il calcio italiano è tornato a spendere milioni su milioni ha cambiato davvero le gerarchie, dopo 4 anni di monopolio Juve. Ci sarà la Champions per pochi, l’Europa League per altri. Ma sono le sfide di casa, le rivalità di campanile quelle che davvero accendono. E per quelle sono cambiate molte facce. Toni capocannoniere ha rilanciato la moda del vero 9. Ecco Mandzukic per la Juve orfana di Tevez, e poi Dzeko alla Roma e Bacca al Milan: due squadre che hanno speso e rinnovato. Come l’Inter, che Mancini non può più permettersi di rendere perdente.

Col bosniaco in giallorosso e il colombiano in rossonero, ci sono i colpi Kondogbia-Inter, Allan-Napoli, Salah-Roma, Romagnoli-Milan, Kalinic-Fiorentina. Certo è stata anche la stagione delle grandi cessioni: Vidal al Bayern per 40 milioni e Kovacic a un passo dal Real Madrid per una cifra analoga. Tra i ‘noi non ci saremo’, lunga la lista dei tecnici fermi o magari in attesa: Montella, Mazzarri e Prandelli su tutti. E poi nei tre grandi addii Juve spicca quello di Pirlo, emigrante di lusso a New York nella stagione che condurrà all’Europeo in Francia. A conti fatti, la veste tecnica della serie A è profondamente mutata, anche per la scommessa Sarri a Napoli, la rifondazione Milan affidata a Mihajlovic e il nuovo progetto viola affidato a Paulo Sousa.

I cambiamenti sono anche altrove. E’ l’anno della line tecnology. Finalmente una telecamera per stabilire se è gol o non gol, e senza rinunciare agli addizionali di porta che diano una mano all’arbitro in altri casi controversi. Chissà se dieci occhi umani e due elettronici basteranno a non veder più in onda lo spettacolo dei veleni incrociati. Quanto allo sguardo, basta voltarlo verso gli spalti per trovare altri spunti di polemica. A Roma è servito l’intervento del Prefetto per dividere le curve in tanti microsettori e sminuzzare così il rischio di insopportabili esuberanze. La Juve ha invece fatto ricorso al tribunale Coni per veder rinviata la chiusura della sua curva, dopo la bomba carta dell’ultimo derby. Il tutto in attesa di stadi nuovi e curve aperte. Nella lista impianti dei 20 club di A, di diverso c’è solo il restyling dello stadio Atalanta e soprattutto quello del Friuli di Udine.

Per il resto molto vecchiume, col Frosinone costretto alle ristrettezze in deroga del ‘Matusa’, nomen omen. I ciociari sono una delle due neopromosse alla prima assoluta; tifo e simpatia di mezza Italia andranno molto probabilmente all’altra, il Carpi. La sua sfida alla Lazio sarà una specie di derby, dopo la telefonata famosa e improvvida nella quale Lotito auspicava la non promozione.

Novità assolute anche nei regolamenti. Serviranno cinque ammonizioni, non più quattro, per far scattare la squalifica. Le rose saranno limitate a 25, con un complicato calcolo sugli 8 di ‘formazione’ nazionale: la metà di loro hanno una formula strana che per esempio si adatta perfettamente al belga-indonesiano Radja Nainggolan. La madre di tutte le riforme, però, deve ancora venire: non sarà questa l’ultima serie A a 20 squadre, bene che vada la ristrutturazione a 18 arriverà a campionato in corso e non sarà dunque valida prima di due anni. Meglio pensare alla serie A di oggi, l’amica sempre nuova e sempre uguale”.

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