Simone difende Allegri: «Dicevano tutti fosse bollito...»
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Simone difende Allegri: «Dicevano tutti fosse bollito e invece… Le etichette vanno lasciate stare. E sulla sfida in Supercoppa contro il Napoli…»

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Marco Simone

Simone, ex attaccante del Milan, ha analizzato il momento dei rossoneri alla vigilia della semifinale di Supercoppa Italiana contro il Napoli

È stato il pioniere delle Supercoppe italiane all’estero. Estate 1993, Washington, Milan contro Torino. Marco Simone segnò il gol decisivo che portò il trofeo ai rossoneri. Oggi, alla vigilia della semifinale di Supercoppa tra Milan e Napoli a Riad, l’ex attaccante ricorda su La Gazzetta dello Sport quella prima volta e analizza il calcio attuale, tra equilibrio in campionato, pronostici per la coppa e riflessioni su Allegri, Conte e i campioni di oggi.


LA PRIMA SUPERCOPPA ALL’ESTERO – «Non fu una partita memorabile, si giocava nel pomeriggio di Washington e faceva molto caldo. Da una parte c’era Capello, dall’altra Mondonico: allenatori pragmatici, che concedevano poco allo spettacolo».


IL MILAN DI BERLUSCONI – «Il Milan di Berlusconi, era un’eccellenza riconosciuta in tutto il mondo, non solo in Italia. E poi giocammo in uno stadio mitico, il Robert Fitzgerald Kennedy, allora casa dei Washington Redskins di football americano. Per me, che ho sempre amato l’estero e viaggiare, fu una grande esperienza, al di là dell’aver vinto e segnato il gol decisivo. Forse per altri calciatori oggi lo è meno…».


I RICORDI DI WASHINGTON – «Mi colpì l’entusiasmo della gente. Il Milan, quel Milan di Berlusconi, era un’eccellenza riconosciuta in tutto il mondo, non solo in Italia. E poi giocammo in uno stadio mitico, il Robert Fitzgerald Kennedy, allora casa dei Washington Redskins di football americano. Per me, che ho sempre amato l’estero e viaggiare, fu una grande esperienza, al di là dell’aver vinto e segnato il gol decisivo. Forse per altri calciatori oggi lo è meno…».


IL CAMPIONATO EQUILIBRATO – «È ancora presto e il campionato mi sembra molto equilibrato. In vetta ora ci sono i nerazzurri, ma in precedenza ci sono stati anche Napoli, Roma e lo stesso Milan. Tutto cambia rapidamente, forse anche troppo e spesso si danno giudizi frettolosi. Ma ormai è tipico nel mondo del calcio con i social».


GIUDIZI FRETTOLOSI – «Il ragionamento è valido in generale ed è anche quello che rende “pesante” l’ambiente calcio. Poi se vogliamo andare su di una situazione specifica, prendiamo Allegri: dicevano fosse “cotto”, finito, poco aggiornato. E invece…».


ALLEGRI – «Lasciamo stare le etichette. Max può essere criticato per come giocano le sue squadre, ci mancherebbe. Tutti si riempiono di parole, ma nei fatti il progetto di un tecnico dura una settimana: quella che separa una partita dall’altra. Se non ci sono risultati, aumentano le pressioni e diminuisce il tempo di un allenatore. E Allegri i risultati li fa, anche se c’è una cosa che proprio non posso perdonargli». «Il suo continuare a ripetere che l’obiettivo è finire nelle prime quattro. Ok, il Milan arriva da un ottavo posto, ma resta il Milan: deve sempre partire per vincere, senza se e senza ma. Poi, se non si riesce, si può parlare di Champions e delle conseguenze economiche di qualificarsi nell’Europa che conta. Il discorso vale anche per Inter e Juventus».


IL NAPOLI DI CONTE – «Anche qui, si dimentica tutto troppo in fretta. Antonio ha fatto un’impresa straordinaria solo qualche mese fa. E oggi è lì, nel treno delle prime. Non è così scontato ripetersi ad alto livello a Napoli».


MILAN-NAPOLI: PRONOSTICO – «Non saprei, in partita secca è ancora più complesso fare pronostici. E poi c’è Leao in dubbio, no?».


LEAO – «Nel Milan attuale è il mio preferito. Intendiamoci, ci sono pure altri grandi giocatori come Maignan o Pulisic e Modric merita un discorso a parte che va oltre al campo. Ma Leao ha quella capacità di accendersi e fare la differenza che mi emoziona. Secondo me riuscirà ad arrivare a una completezza prima o poi e a essere ancora più forte».


MODRIC – «Si nota che gioca ancora con l’entusiasmo di quando era un signor nessuno. Non è banale, ha vinto tutto col Real, è un super campione, ma lo vedi che ha la passione genuina. Un po’ come era Gattuso ai miei tempi: i tifosi lo percepiscono e lo amano».


IL SIMONE DI OGGI – «Non dico che mi assomigli in toto, ma per l’abilità di giocare sia da punta vera che di raccordo, scelgo Lautaro. Rispetto a me, è ancora più strutturato per fare il centravanti. Sì, è proprio un Toro».


IL FUTURO TRA LE DONNE – «Ho fondato con due soci il Monaco United, club femminile di cui sono presidente, allenatore e pure magazziniere (ride, ndr). In 4 anni puntiamo ad arrivare in Serie A».


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