Suso: «Gattuso? In campo morirei per lui. Inter favorita, noi belli ma dobbiamo vincere» - Milan News 24
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Suso: «Gattuso? In campo morirei per lui. Inter favorita, noi belli ma dobbiamo vincere»

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A pochi giorni dal Derby, Suso ha parlato raccontando un po’ della propria esperienze ma soprattutto di questo momento molto particolare

Primo punto di Svolta per Gattuso che domenica affronta un’Inter arrembante e forte di una percentuale di vittorie maggiore nei Derby degli ultimi anni. La squadra sta bene, la sosta non ha causato fortunatamente particolari problemi, se non quelli legati banalmente alla stanchezza. Prima delle nazionali abbiamo visto un Suso straripante, capace di prendersi improvvisamente scena ed applausi, regalando al Milan un giocatore diverso, aiutato sicuramente da un grande finalizzatore come Higuain e da un tecnico altrettanto speciale che lo sta sicuramente rivalutando. Suso ha concesso una lunga intervista a Tuttosport dove racconta il momento tra professionalità e vita personale: «Momento migliore della mia carriera? Sì, sia fisicamente che mentalmente sto proprio bene. Sto segnando, sto servendo assist, la squadra ha raccolto diverse vittoria di fila e sono tornare in nazionale: un periodo perfetto». 

SU GATTUSO – «E’ una persona intensa, mi trovo bene con lui. Il rapporto con il mister? Quando ero piccolo seguivo le partite in tv e lui colpiva per lo spirito che metteva in campo. Quando l’ho ritrovato da allenatore, mi aspettavo una persona diversa. Avendo vinto tutto pensavo fosse più riservato. Invece è uno che dà tutto nel suo lavoro, ma fuori dal campo è anche una delle persone con cui parlo con più piacere. E’ l’uomo giusto al posto giusto. Il mister a cui devo di più? E’ stato ed è importante, ma quasi tutti gli allenatori che ho avuto mi hanno dato qualcosa, da Rodgers a Gasperini. Anche Montella mi ha valorizzato. Morirei in campo per Gattuso. Non c’è un mio compagno che parli male di lui». 

SUL DERBY – «Inter favorita. Noi in queste gare dobbiamo cercare di restare calmi, senza aver paura o farci prendere dalla fretta. Se dovessimo segnare per primi, dovremmo rimanere compatti per non prendere gol. Il derby è come una partita a poker. Noi giochiamo bene, questo ce lo riconoscono in tanti, però è importante vincere».

SULL’INTER – «Sì, c’era l’offerta dei nerazzurri e Mirabelli lo sapeva. Mi ha sorpreso quando ha detto pubblicamente che non sapeva niente, invece lo sapeva, avevamo parlato con lui di questo. Ma la mia intenzione era rimanere qua e sono contento di essere rimasto. Inter che mi cerca anche nell’estate 2017? Sì, mi hanno cercato due volte, ma io non ho mai pensato di cambiare». 

SULLA PROPRIETA’ – «Devo essere sincero: noi siamo stati sempre sereni. I problemi li hanno vissuti gli altri reparti della società. Con i cinesi c’è stata un po’ di confusione, ma penso più per questioni legali e di soldi: ogni giorno usciva che dovevamo vendermi per il fair play finanziario… Con gli americani abbiamo ritrovato una società importante. Prima dei cinesi c’era Berlusconi che veniva, l’ho visto spesso, mentre Galliani era ogni giorno a Milanello». 

SU MALDINI E LEONARDO – «Maldini è il Milan, una persona come lui che ti guarda e ti parla, non può che fare del bene a ognuno di noi. Con Leonardo, almeno personalmente, capita di parlare anche di cose di extra calcio: si interessa di tutto, dalla mia famiglia alla gravidanza della mia fidanzata». 

SULL’ESSERE BANDIERA – «A Empoli ho giocato la mia centesima partita col Milan, Maldini ne ha fatte più di 900: straordinario! Ho l’opportunità di fare bene, mi piacerebbe rimanere nel cuore della gente». 

SUL MERCATO – «Leggere che ti vogliono squadre come Real, Barcellona o City fa piacere, ma anche il Milan è una grande squadra. Nel mercato non si sa mai, ho sempre detto di essere felice in rossonero. Un altro club italiano? Dipende da come ci si separa: se non mi volessero più al Milan, sarebbe un discorso, ma personalmente non penso di voler andare in un’altra squadra italiana».

SUL FIGLIO – «Sono ansioso che arrivi. Avere ottime sensazione a casa, aiuta in campo. Diciamo che la nascita di un figlio porta qualche punto in più nelle prestazioni. Il nome Alessio per Romagnoli? Sicuro! No, no… Abbiamo scelto un nome italiano perché ci piaceva e noi ci troviamo bene in questo paese, siamo contenti che nasca qui». 

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